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Depressione come ribellione passiva

Curare la depressione Pordenone
Curare la depressione Pordenone

Esistono diversi trattamenti per regolare le componenti beo-chimiche sottostanti alla depressione: psicofarmaci, fitofarmaci, terapie naturali, agopuntura, reiki, mindfulness. Ognuna di queste è un'alternativa che spesso aiuta a migliorare il tono dell’umore. Tuttavia, se il trattamento della depressione si limita a tenere sotto controllo i sintomi senza sradicare le cause psichiche sottostanti al problema si otterrà solo un momentaneo sollievo al dolore emotivo.

Se non sono accompagnati da una profonda comprensione delle cause della depressione non si otterrà un’effettiva e definitiva guarigione oltre che rischiare di sviluppare una dipendenza da anti-depressivi.

Esistono diversi livelli di depressione. Per poter fare diagnosi di disturbo depressivo è necessario che siano presenti almeno 5 di questi sintomi per una durata di almeno due settimane: 

 

  • Umore depresso per la maggior parte della giornata;
  • Marcato disinteresse o piacere verso le normali attività;
  • Significativa perdita di peso o alterazioni dell’appetito (aumento o diminuzione significativi);
  • Insonnia o ipersonnia persistente;
  • Agitazione psicomotoria o rallentamento della motricità;
  • Sensazione di fatica o di perdita di energie;
  • Bassa autostima o eccessivi sensi di colpa;
  • Diminuzione delle capacità di attenzione e concentrazione;
  • Ricorrenti pensieri di morte, ideazioni suicidarie o tentativi di suicidio.

 

La depressione non è né buona né cattiva, è solo un insieme di sintomi, una reazione fisiologica ed emotiva in risposta a processi di pensiero negativo, ovvero a qualcosa che sta avvenendo all'interno della persona sul piano psicologico. Se non si presta attenzione ai sistemi d’esordio col tempo si potrebbe sviluppare un disturbo distimico (depressione cronica) molto più complicato da sradicare.

La depressione cronica è alimentata da uno stile di vita nel quale la persona non è stata in grado di soddisfare i propri bisogni per un periodo prolungato.  La persona non si sente libera, si trova intrappolata ed impossibilitata ad essere ed se stessa ed esprimersi in modo autentico. La depressione è alimentata dal senso di alienazione per cui il depresso si sente impotente rispetto alla possibilità di soddisfare i suoi più profondi e sinceri desideri del suo cuore.

Di norma insoddisfazione e disagio rappresentano dei segnali importanti dal “di dentro” che è necessario ascoltare così che si possano apportare le adeguate modifiche ad una situazione limitante o andare alla ricerca di nuovi scenari di vita. Il disagio è un invito della psiche a crescere ed esplorare la vita in modi nuovi.

Quando questo disagio viene ignorato, non viene compreso o non trova una soluzione la persona si percepisce vittima dei suoi problemi e della vita stessa. 

Da un punto di vista esistenziale quindi la depressione può essere considerata una reazione, una forma di ribellione o adattamento passivo. Esistono diversi modi per ribellarsi a qualcosa che ci sta “stretto” e non desideriamo. Possiamo dichiarare in modo assertivo il nostro disappunto circa una situazione e dichiarare apertamente quindi di non volerla subire facendo scelte diverse, possiamo reagire in modo aggressivo per far sentire il nostro punto di vista con forza oppure usare il meccanismo della retroflessione ovvero rivoltare contro noi stessi il disagio che sentiamo in merito ad una certa circostanza. La depressione interviene in quest’ultimo caso a fronte dell’incapacità di reagire all’ambiente. La persona diviene depressa perché smette di lottare col mondo esterno per avvantaggiarsi e si arrende perdendo l’interesse verso tutti e tutto.

Possiamo considerare la depressione come il risultato di un processo di allontanamento dalla vita come forma di ribellione passiva alle circostanze reali.

Una persona depressa non sempre però è in grado di prendere le distanze dal proprio disagio interiore per diventare consapevole del significato del malessere profondo che prova. In sostanza fatica a definire chiaramente ciò che desidera di diverso per se stessa. Manca la capacità, a causa della focalizzazione su sintomi e sul rimuginino negativo, di fare contatto col proprio sé profondo per cogliere i propri bisogni ed identificare i modi per realizzarli.

Solitamente il depresso accetta che sia la società, i familiari e la vita a definire i suoi bisogni. Svaluta le proprie necessità e subisce, si adatta, a cose e situazioni che non desidera senza tentare di opporsi, definirsi con determinazione. La persona non nasce depressa ma lo diviene poiché già ha sviluppato durante l’infanzia degli aspetti passivi nella sua personalità che gli impediscono di affermarsi nel mondo e nella relazione con gli altri. I farmaci sono una delle forme più gravi di ribellione. Il depresso non sapendo come affrontare il dolore, si rifugia in qualcosa che lo intorpidisce o l’aiuta a scappare dal suo profondo senso di inquietudine, inutilità e solitudine. I farmaci sono mezzi efficaci e rapidi per evitare questo dolore profondo ma anche un modo per non risolverlo. Anche la dipendenza dal gioco d'azzardo compulsivo, dal cibo, dall’alcol e dalle droghe rappresentano forme di ribellione per compensare la frustrazione e la mancata realizzazione. Quando questa particolare forma di ribellione non è riconosciuta come bisogno di cambiamento rispetto ad una situazione che rende infelici la persona vive facendo sforzi terribili per adattarsi ad una stile di vita non sentito. Spreca enormi quantità di energia, esaurendosi nel tempo, per mantenersi in equilibrio all’interno di una vita che gli appare insoddisfacente. Col tempo, ciò causa freddezza e distanza emotiva dalla vita, solitudine o depressione cronica.

Ecco che la cura dalla depressione non può passare solo attraverso i farmaci, e quindi sul semplice contenimento dei sintomi fisiologici, ma implica un lavoro di valorizzazione di se, dei propri bisogni per giungere ad un processo di auto-affermazione.

La guarigione si realizza imparando ad ascoltarsi e realizzare se stessi, dar forma al proprio destino facendo scelte di “ribellione” pro-attiva rispetto ad una vita preconfezionata stabilita da altri.

Coloro che si sentono umoralmente depressi debbono dare uno sguardo all'interno di se stessi e cercare il desiderio insoddisfatti che causa lo stato di disagio per mettersi nella condizione di realizzarlo. Questa è la sfida più grande: sviluppare i propri talenti, mettere energia per realizzare i bisogni che si sono stati trascurati o relegati un un luogo recondito della mente per non perdere il senso della propria esistenza.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.