Psicodinamica degli attacchi di panico

Psicodinamica degli attacchi di panico
  • Dr. Maurizio Sgambati
  • 07/10/2025
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L’attacco di panico è una delle manifestazioni più intense e destabilizzanti del disagio psichico. Non si tratta semplicemente di una risposta ansiosa a uno stimolo esterno, ma di un evento che segnala una rottura interna, una crisi del sistema di regolazione emotiva e identitaria. Per comprenderlo in profondità, è necessario andare oltre la descrizione sintomatologica e indagare le dinamiche evolutive, cognitive e affettive che lo generano. L’adulto che sviluppa attacchi di panico porta con sé una storia di adattamento precoce, una costruzione del Sé fondata sulla negazione della vulnerabilità e sull’ipercontrollo emotivo.

Molti di questi individui sono stati, da bambini, estremamente sensibili e attenti al contesto relazionale. Hanno imparato a modulare il proprio comportamento per mantenere il legame affettivo, spesso in ambienti familiari dove l’espressione emotiva non era accolta o era vissuta come destabilizzante. In questo processo, il Sé autentico - torre dei bisogni, emozioni e desideri - viene progressivamente silenziato, mentre il sé adattato assume il controllo, garantendo efficienza, autonomia e conformità sociale. Questa scissione interna genera una tensione costante, che può sfociare nel panico quando il sé autentico irrompe attraverso il corpo, bypassando le difese cognitive.

Dal punto di vista clinico, si servono tratti ricorrenti. L'alissitimia parziale è uno dei più significativi: il soggetto percepisce uno stato di attivazione interna, ma non riesce a tradurlo in rappresentazione mentale. Le emozioni non elaborate vengono somatizzate, il corpo diventa il luogo privilegiato dell'espressione del conflitto. 

A ciò si aggiunge una marcata ipersensibilità interocettiva: il soggetto è iper-attento alle sensazioni corporee interne - come il battito cardiaco, la respirazione o la tensione muscolare - e tende a interpretarle come segnali di pericolo imminente. Questo meccanismo amplifica la risposta ansiosa e contribuisce all'escalation sintomatica.

Il pensiero tende a funzionare in modo dicotomico, basato su polarizzazioni rigide: tutto o niente, giusto o sbagliato, controllo o perdita. Questa modalità cognitiva ostacola la tolleranza dell'ambiguità e favorisce la catastrofizzazione degli eventi. La paura della perdita di controllo rappresenta il nucleo centrale dell'esperienza di panico. Il soggetto vive l'emergere del sintomo con una minaccia alla propria integrità psichica, associando la perdita di controllo a vissuti di annientamento, follia o morte imminente. Questo timore è spesso legato a una costruzione identitaria fondata sull'efficienza e sull'autonomia, dove la fragilità è vissuta come inaccettabile.

In parallelo, si riscontra un’elevata reattività emotiva con una bassa capacità di mentalizzazione. Il soggetto è emotivamente permeabile, ma non dispone di strumenti sufficienti per elaborare e integrare l'esperienza affettiva. Questo squilibrio genera una vulnerabilità alla disregolazione, rendendo difficile contenere l'intensità emotiva e favorendo l'emergere del panico come risposta estrema.

Il conflitto centrale, dunque, è tra un sé adattato - costruito per rispondere alle richieste esterne - e un sé autentico, che contiene bisogni, desideri e emozioni non espresse. L'attacco di panico rappresenta la rottura di questo equilibrio: il sé autentico irrompe attraverso il corpo, chiedendo di essere ascoltato. Il sintomo diventa il loro messaggio non simbolizzato, una richiesta di riconnessione con la propria verità emotiva.

In conclusione, l'attacco di panico non è un errore da correggere, ma un segnale da decifrare. È l'espressione di una tensione profonda tra adattamento e autenticità, tra controllo e vulnerabilità. Il lavoro clinico non può limitarsi alla gestione del sintomo, ma deve promuovere una ristrutturazione del rapporto con se stessi, con il corpo e con la propria storia affettiva. Solo attraverso questo processo di integrazione il panico può trasformarsi da minaccia a possibilità evolutiva, aprendo la strada a una vita più autentica e consapevole.


Dr. Maurizio Sgambati

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone

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