L'amore idealizzato

Nel mondo delle relazioni affettive esistono dimensioni ambigua, affascinante in cui l'amore non nasce dall'incontro autentico tra due persone reali, ma dalla proiezione di bisogni profondi e aspettative inconsce. E' l'amore idealizzato, una forma di legame in cui l'altro non viene percepito per ciò che è, ma per ciò che rappresenta: un salvatore, un complemento, una risposta un vuoto antico. In questi casi, non siamo la persona reale, ma l'immagine si è costruita di lei, spesso modellata su ciò che è mancato nella relazioni primarie, in particolare con le figure genitoriali. L'amore diventa così un tentativo di riparazione affettiva: si cerca nell'altro ciò che non si è ricevuto, si spera che la relazione attuale possa guarire le ferite nel passato.ma quando l'altro non corrisponde a questa fantasia, la delusione è profonda e la relazione anziché liberare, intrappola. Quando due persone si incontrano con ferite complementari, può nascere un incastro potente ma instabile. Le cosiddette "coppie impossibili" si formano spesso tra un partner evitante che teme l'intimità e si protegge con la distanza, e un partner dipendente, che cerca fusione e conferme costanti talvolta, entrambi idealizzano l'altro reciprocamente, ma non riescono a sostenere la realtà del legame. Queste relazioni sono caratterizzate da cicli di avvicinamenti e allontanamento, da intensità emotiva seguita da freddezza, da aspettative realistiche e delusioni profonde. L'incastro si regge su bisogni non soddisfatti i suoi fantasie di salvezza reciproca. Spesso, ciò che si cerca nell'altro non è l'amore in sé, le ripetizioni uno schema relazionale e familiare. Si proiettano sull'altro bisogni di accudimento, riconoscimento, protezione o autonomia che non hanno trovato spazio nelle relazioni infantili.l'altro diventa il contenitore di queste aspettative, il destinatario di una richiesta che non può soddisfare. La relazione viene vissuta come un'occasione riparativa, ma raramente va a buon fine. Una relazione serve ad avere una relazione, d'amo, non a riparare situazioni pregresse. Più spesso, si finisce per ripetere l'infinito lo stesso copione disagevole: si sceglie inconsciamente che conferma la propria ferita, si rivive il dolore, si svolta che non arriva. È un circolo vizioso in cui il passato si impone sul presente e l'amore si trasforma, indipendenza emotiva.
L'Analisi Transazionale offre una chiave lettura preziosa per comprendere queste dinamiche. In questa relazioni, i partner comunicano spesso da Stati dell'Io non Adulti: il Bambino Adattato cerca conferme e protezione mentre l'altro risponde da Genitore Normativo, imponendo istanza o giudizio. Talvolta entrambi agiscono dall'Io Bambino di una relazione emotivamente intensa ma instabile dove si cerca nell'altro la riparazione di una ferita. Lo Stato di Adulto, capace di vedere l'altro e per ciò che è e di gestire la relazione con consapevolezza è spesso assente. La relazione diventa così il palcoscenico su cui si recita un copione appreso nell'infanzia, la speranza che il finale cambi. Ma se entrambi restano nei propri ruoli, il copione si perpetua anziché modificarsi.
La chiave per uscire da questi incastri sta nella de-idealizzazione consapevole. Non si tratta di smettere di amare, ma ad iniziare a vedere: vedere l'altro con i suoi limiti e la sua storia, vedere se stessi con i propri bisogni, paure e aspettative. Solo quando si abbandonano la fantasia può nascere un amore reale fatto di incontro e non di proiezione. Il percorso terapeutico può aiutare a riconoscere i propri copioni relazionali, distinguere tra bisogni e desiderio, esplorare le radici infantili e proprie aspettative, imparare a tollerare la frustrazione e la distanza, costruire un senso di sé autonomo, capace di amare senza annullarsi.
L'amore maturo non è perfetto, ma è vero. Non cerca di completare, ma di condividere. Non idealizza, ma accetta e soprattutto non incastra: libera.
Come scrive Rainer Maria Rilke, "amare è questo: un delicato equilibrio tra vicinanza e distanza, tra desideri di fusione e rispetto dell'altro".
Il primo passo è per fuoriuscire da queste dinamiche e riconoscere che si sta vivendo un amore e idealizzato, non realistico. Il secondo passo riguarda l'imparare a scegliere di amare con gli occhi aperti - e con cuore libero dal passato.

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone