Stalking e Stalker

Con la parola stalking ('fare la posta') ci si riferisce ad una serie di comportamenti reiterati di tipo persecutorio, realizzati da un persecutore nei confronti di una vittima: un insieme di condotte vessatorie, sotto forma di minacce, molestie, atti lesivi continuativi tali da indurre nella persona che li subisce un disagio psichico e fisico e un ragionevole senso di terrore.

 

Si parla anche di 'sindrome del molestatore assillante', per sottolineare una relazione caratterizzata  da giochi di 'forza' e “controllo” che si stabilisce tra persecutore e vittima. E’ una relazione che finisce per condizionare il normale svolgimento della vita quotidiana della vittima, ingenerando nella stessa un continuo stato di ansia e paura.

Lo stalking si realizza attraverso comunicazioni e contatti indesiderati e ripetuti tramite chiamate, e-mail, sms, messaggi su social network e lettere o l’invio di doni o oggetti non richiesti (proiettili, animali morti, foto strappate…) che incutono paura e appaiono minacciosi. Molti stalker accostano la vittima in luoghi pubblici (al lavoro, nei luoghi di svago) o seguendola sin sotto casa per spiarne movimenti ed abitudini. Qual ora tali comportamenti persistano per più di un paio di giorni c'è una possibilità significativa che continuino nelle settimane o nei mesi seguenti.

In genere il persecutore minaccia la vittima e solo in una minoranza dei casi diviene violento ed aggressivo nei confronti del bersaglio primario o di quello secondario (ad esempio, il partner della vittima). Qual ora diventi violento è improbabile che causi gravi danni, tuttavia gli effetti della violenza psicologica può essere significativa.

Il Cyber-stalking è un particolare tipo di stalking in cui la vittima è molestata mediante internet ed altri strumenti tecnologici: pubblicando messaggi indesiderati, false informazioni, calunnie contro la vittima o ricercando informazioni personali su di essa (conti bancarie e dati personali sensibili).

 

Dal punto di vista della formazione psicologia lo stalker può avere una storia di relazioni imprevedibili o caotiche, un immagine negativa di sè che lo porta a dipendere dagli altri per accrescere la sua autostima, ed un bisogno di controllo del contesto. Può avere paura dell’intimità e del rifiuto. Durante i periodi di intenso stress mette in atto strategie di coping disadattive.

Lo stalker è facilmente irascibile e rabbioso nel contesto in cui ricerca il controllo ed in particolare quando si sente impotente di fronte ad un rifiuto o un abbandono. In generale l’obiettivo è infliggere danni di tipo psicologico attraverso:

 

  • Comportamenti manifesti o overt:  come ad esempio inseguire la vittima, scrivere lettere, effettuare telefonate, inviare doni indesiderati, minacciare proprietà e beni della vittima;
  • Comportamenti latenti o covert: come esercitare pressione emotiva, psicologica e verbale per minacciare il senso di se e di sicurezza della vittima.

 

Si ritiene che questo modello disadattivo di relazione si sviluppi durante l’infanzia ed abbia a che fare con il modello educativo ricevuto all’interno della famiglia di origine. Lo stalker cresce in un contesto familiare severo, rigido, punitivo, in cui prevale il senso di ingiustizia e la rabbia. Tale approccio educativo incide sulla qualità dell’attaccamento affettivo alle figure genitoriali e conseguentemente sui rapporti interpersonali futuri in genere.

L’immagine che il persecutore ha di se è negativa perciò il disagio emotivo che sperimenta di fronte ad un rifiuto, reale o immaginario di abbandono, fa si che metta in atto comportamenti di controllo e manipolazione.

Seppur i casi di stalking possono avere degli elementi e comportamenti comuni le motivazioni dello stalker possono essere differenti si possono classificare diverse tipologie di stalker in relazione al contesto in cui avviene, la motivazione iniziale, la natura del rapporto che intercorre tra vittima e stalker, il ruolo della malattia mentale, o dell’ossessione, che motiva la persecuzione.

Possiamo identificare 5 tipologie di stalker sulla base della motivazione:

 

1. Lo stalker rifiutato: la motivazione iniziale dello stalker è recuperare un rapporto affettivo interrotto, una amicizia finita o un lavoro perduto. Lo stalking avviene nei confronti di una persona con cui ha avuto un rapporto stretto o significativo: ex partner, amante, familiari, amici, colleghi o datore di lavoro. Il persecutore nutre nei confronti del bersaglio sentimenti ambivalenti che vanno dal bisogno di riconciliazione a quello di vendetta. Se da un lato è desideroso di ripristinare il rapporto così come era in origine dall’altro è chiaramente arrabbiato e desideroso di vendetta. In questo sottotipo di stalking il comportamento vessatorio viene mantenuto a lungo al fine di mantenere, seppur in negativo, in un rapporto di vicinanza alla sua vittima; lo stalking diventa quindi il sostituto del rapporto passato e permette allo stalker di salvaguardare la propria autostima dal fallimento del rapporto. 

 

2. Lo stalker alla ricerca di intimità: questa forma di stalking nasce dalla solitudine e dalla mancanza di relazioni strette e confidenziali.  Lo stalker è mosso dal desiderio di una relazione affettiva ed intima con una persona identificata come destinataria del suo amore. E’ convinto di amare la persona che “insegue“ e di essere ricambiato. La vittime di solito è un estraneo o un conoscente che diventa il bersaglio per una relazione. Spesso si tratta di uno stalker affetto fa una malattia mentale grave che presenta convinzioni deliranti sulla vittima (delirio erotomanico) come ad esempio essere convinto di avere una relazione affettiva con la vittima.

 

3. Lo stalker incompetente: questa forma di stalking nasce dalla mancanza di adeguate abilità sociali e della conoscenza dei rituali di corteggiamento. A differenza di quello alla ricerca di intimità quello incompetente ha come unico obiettivo un incontro sessuale a breve termine più che una relazione d’amore. Solitamente il comportamento vessatorio è di breve durata e finalizzato al sesso ma quando persiste nel tempo è perché ci si trova di fronte ad una persona del tutto indifferente al disagio della sua vittima. A volte questa insensibilità è dovuta alla mancanza di abilità sociali ed alla presenza di disturbi dello spettro autistico o disabilità intellettiva.

 

4. Lo stalker predatore: si tratta di uno stalker di sesso maschile motivato da scopi sessuali come l’abuso o la violenza sessuale a danno di donne ignare di origine straniera. E’ una forma di stalking meno comune all’interno del quale si collocano soggetti affetti da parafilie (deviazioni sessuali o perversioni) che hanno subito condanne per reati sessuali. Lo stalking è il mezzo attraverso il quale esercitare il proprio senso di potere e controllo per una mera gratificazione sessuale.

 

5. Lo stalker risentito: si tratta di uno stalker che si è sentito maltrattare o che è stato oggetto di una qualche forma di umiliazione da parte del bersaglio. La vittima è un estraneo o un conoscente ritenuto responsabile dell’ingiustizia subita. Lo stalking risentito può essere affetto da una grave malattia mentale che lo porta a sviluppa credenze paranoiche sulla vittima e utilizza lo stalking come modo per pareggiare i conti. L’obiettivo è spaventare ed angosciare una vittima specifica.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.