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Smettere di procrastinare

Quante volte vi siete ritrovati a rimandare qualcosa? Una telefonata o un compito sino a correre in rischio di non fare nulla?

Procrastinare significa rimandare delle attività importanti per fare altre cose che lo sono meno ma che danno solo un piacere momentaneo. Le persone di solito procrastinano scelte importanti tenendosi impegnate in attività inutili e non urgenti; ad esempio si perdono in discussioni che non portano a niente, rimuginano sul passato o fanno piani per un futuro che non vedranno mai la luce.

Procrastinare rappresenta un modo per evitare di andare avanti nel realizzare ciò che è importante nella vita.

Ci sono molte ragioni per cui le persone procrastinano e, a volte, non è così facile individuarne il motivo. Alcune procrastinano a causa di qualche evento del passato, del presente o del futuro; c’è chi teme di lasciare qualcosa di certo per l’incerto, chi teme di fallire e chi teme di lasciar andare. Spesso alla base ci sono emozioni ambivalenti e confusione mentale che impediscono alla persona di dare priorità a ciò che desidera realmente per se stessa. 

Qualunque sia la ragione che tiene una persona incastrata nell’immobilismo o in un fittizio movimento fine a se stesso, tutte le persone che procrastinano seguono un processo ciclico sino a quando non decidono qualcosa di diverso. L’interruzione del ciclo implica quindi una scelta, la decisione di fare qualcosa o di non farla affatto. L’atto di decidere comporta la scelta di evitare di continuare a rimanere con l’idea di fare qualcosa che di fatto non si realizza, l’uscita da una situazione di stallo che comporta un gran senso di frustrazione. Decidere significa rischiare oltre  che prendere qualcosa a discapito di qualcos’altro.

Vediamo le fasi che si attraversano quando si è dentro il ciclo del procrastinare: 

 

  • Fase dell’impegno con sè: quando la persona realizza di avere un bisogno o uno scopo e decide di intraprendere un’azione si sente entusiasta ed energizzata, fiduciosa ed ottimista. In questa fase vi è la convinzione di riuscire a realizzare ciò che si è deciso di fare. 
  • Fase dell’apprensione: comincia ad emergere una certa preoccupazione per ciò che significa agire e per quelle che saranno le conseguenze. Si fa strada l’incertezza, la paura delle conseguenze, di non farcela. Prevalgono i pensieri negativi. L’ottimismo svanisce ma dal momento che non si è ancora intrapresa nessuna azione il fatto che il progetto “sia solo mentale” fa star meglio la persona. L’ansia si placa perché c’è ancora del tempo prima di fare dei passi concreti nella direzione voluta. La persona si rende conto che che per ottenere i risultati positivi sperati deve effettivamente agire, che ciò comporta rischi e una certa quota di ansia e stress. Dunque le buone intenzioni non bastano.
  • Fase dell’inazione: il tempo passa ma la persona trova scuse per giustificare l’immobilismo e si sente in ansia, frustrata, irritabile. 
  • Fase della speranza: inizia a pensare che nulla è ancora perduto poiché non è necessario realizzare un cambiamento o un obiettivo nell’immediato. L’idea di avere del tempo, di potere rimandare funge da ansiolitico. In realtà si tratta di evitamento della situazione ansiogena. Si convince di potersi dare altre Chance anche se non nell’immediato e ciò gli permette di calmarsi. Sa che può rimandare senza dover affrontare ciò che teme nell’immediato ma che ciò non significa che tutto sia perduto. Si convince che è solo una questione di tempo e che sta solo rimandando ad un momento successivo più propizio.
  • Svelamento dell’inganno: la speranza svanisce rapidamente quando realizza che il rimandare é un auto-inganno. La persona si sta sabotando, si sente arrabbiata e risentita con se stessa per non essere abbasta coraggiosa da affrontare la situazione di “petto”. Riconosce di essere in difficoltà. 
  • Giuramento: la persona si ripromette che non rimanderà più l’auto-realizzazione dei propri obiettivi a causa delle sue paure e dei suoi limiti. Appena la rabbia e la delusione scompaiono giura a se stessa che questa situazione non si ripresenterà e che saprà trovare la determinazione necessaria l’occasione successiva. Tuttavia se il problema è serio la situazione successiva non evolverà in modo diverso dalle precedenti.

 

A meno che non si interrompa il ciclo, questo continuerà a rinforzarsi tra fasi di illusione, impasse e delusione ripetute all’infinito. Per interrompere il ciclo, è necessario modificare la sequenza degli eventi. Ecco come rompere il ciclo vizioso:

 

BLOCCO DELLA PASSIVITA’ E CICLO DELL’AUTO-REALIZZAZIONE:

 

  • Fase dell’impegno con sè: la persona si sente entusiasta ed ottimista all’idea di intraprendere una nuova azione o di realizzare un nuovo obiettivo. Sente che ha le energie e la fiducia necessaria in se per farlo. Si sente fiduciosa e ottimista che, questa volta, lo farà! La prima tappa è sempre la stessa sia nel ciclo della procrastinazione sia in quello della realizzazione.
  • Piano di azione: pensare all’obiettivo non è sufficiente; è necessario pianificare azioni. Si devono contemplare in anticipo i passi concreti da farsi, ciò di cui si ha bisogno per realizzarli e calcolare il tempo di attuazione. E’ utile darsi delle scadenze.
  • Resistenza: prevedere gli step, calcolare tempi ed imprevisti non garantisce la riuscita se non si tiene conto la possibilità che vi possiate comunque boicottare. Quali sono i distrattori, quali sono le scuse che comunemente trovate per tenervi lontano dal vostro obiettivo? Fate un elenco delle situazioni e degli stimoli che distolgono la vostra attenzione dalla meta. E’ possibile che facciate ancora resistenza. Questa fase è fondamentale per capire cosa vi blocca dal perseguire un obiettivo. Sinceratevi che sia un obiettivo vostro e che non stiate compiacendo qualcuno. Se sentite che vi state ponendo una meta fondamentale per voi appena vi sentite bloccati cercate di identificarne il motivo. Potete fare una lista scritta di pensieri e sensazioni che in quel momento vi impediscono di proseguire col piano stilato al passo 2. Che vantaggi ho nello stare fermo? E’ un vantaggio per qualcuno? Cosa succede se ho successo? E se invece fallisco alla peggio che succede? In caso, che alternative ho? 
  • Confrontatevi con le vostre emozioni: ciò che vi blocca potrebbe potrebbe ad esempio aver a che fare con il timore del fallimento, la mancanza di una reale motivazione personale, la presenza di un dialogo interno basato sull’autocritica, ecc. Provate a chiedervi: ”Cosa posso fare per andare avanti?, Che cosa renderebbe più facile il percorso? Quali risorse ho usato in altre situazioni e che ora potrebbero essermi utili?”.
  • Stabilite la priorità: è necessario continuare a progredire e mettere i risultati davanti al bisogno di placare ansia e tensione. Evitate di rifugiarvi nella zona “confort” priva di rischi. Agite anche se è solo per pochi istanti solo in tal modo, progredendo anche a piccoli passi, riuscirete a a rompere il ciclo anziché rafforzarlo. Un piccolissimo passo vi darà una maggiore sensazione di controllo e fiducia rispetto a grandi passi che vi spaventano e che poi si traducono in nessun  passo.
  • Ripetizione: ripetere i passaggi dei punti 3-5 fino a raggiungere l’obiettivo stabilito.

 

Ricordate che ogni cambiamento non avviene in tempi brevi soprattutto se state cercando di cambiare i vostri schemi mentali. Blocchi e resistenze profonde alla base del blocco potrebbero richiedere più tempo prima che riusciate a smettere di procrastinare. Se vi accorgete che state regredendo riprendete subito senza fermarvi a fare i conti con il fallimento e da delusione: Questi sentimenti vi possono tenere in ostaggio per molto tempo: non permettete che abbiamo la meglio su di voi. 

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.