Per quanto importante sia intrattenere relazioni interpersonali con molte persone dalle caratteristiche di personalità diverse ce ne sono alcune che è proprio necessario tenere alla larga per preservare il nostro equilibrio psico-emotivo.
Mi riferisco alle persone “tossiche”, ovvero a quelle che traggono un insolito piacere nel creare conflitti, caos e stress quando si relazionano a qualcuno. Sono persone che non sanno rapportarsi in maniera sana e positiva con gli altri ma intrecciano rapporti dal “sapore sgradevole”. Questo può essere un modo con cui hanno imparato a rendessi visibili e riconoscibili. Se è vero che si può essere apprezzati e visti dagli altri rendendosi utili, gradevoli, desiderabili e giovali all’opposto ci sono persone che ottengono lo stesso effetto paradossalmente creando caos e disagi. Piuttosto che l’indifferenza usano il negativissimo per avere un ruolo sociale. Come dice il detto: “Non importa se bene o mali, basta che se ne parli”.
Può sembrare un meccanismo perverso ma non è nulla di diverso da ciò che fanno i bambini quando attraverso atteggiamenti oppositivi cercano di richiamare su di se l’attenzione dei genitori. E’ come se partissero dalla convinzione inconscia: “se non mi vedi con le buone allora mi vedi con le cattive, l’importante è che non ti sia indifferente”.
Avere a che fare con una persona tossica significa accumulare una grande quantità di energia negativa, stress e impiegare molto tempo a risolvere inutili incomprensioni o conflitti. Significa fare i conti con livelli di forti tensione ed emozioni spiacevoli che possono avere un impatto duraturo e negativo sul cervello. L'esposizione a fonti di stress compromette l'efficacia dei neuroni nell'ippocampo, un'importante area cerebrale responsabile del ragionamento e della memoria. Lo stress prolungato può causare danni irreversibili alle cellule cerebrali.
La maggior parte delle persone è in grado di far fronte a periodi di stress intenso e prolungato, gestire le proprie emozioni mantenendo la calma ed il controllo di se tuttavia ad un certo punto si verifica un decadimento della concentrazione e delle prestazioni. Un modo per preservare la propria integrità psichica è saper identificare le persone tossiche e tenerle a bada in modo da non doversi esaurire inutilmente nel tentativo di gestire situazioni ciclicamente problematiche che non hanno soluzione.
E’ necessario innanzitutto distinguere le persone semplicemente fastidiose, lamentose e difficili da quelle realmente tossiche e deleterie per la nostra salute.
Di seguito propongo un elenco di persone tossiche con le quali è bene mettere confini protettivi:
- Il pettegolo: persona che intrattiene futili conversazioni sulle disgrazie ed i disagi altrui; imposta conversazione passatempo basate su scambi superficiali, su contenuti frivoli, che non danno alcun valore aggiunto e da cui non possiamo apprendere nulla di nuovo in termini di idee o contenuti utili.
- L’impulsivo: persona che non ha alcun controllo sulle proprie emozioni. Scherzando non si rende conto di urtare e ferire la sensibilità altrui. Proietta sulle persone i suoi sentimenti negativi e le ritene responsabili del proprio malessere. È difficile da allontanare perché nella sua condizione di disagio fa pena ed vi è rischio d’essere usati come “vomitatoio” delle sue emozioni.
- La vittima: inizialmente è difficile da identificare perchè suscita tenerezza e compassione per la sua condizione di persona bisognosa. Alla lunga ci si rende conto che la relazione con tale persona si focalizza solo sul parlare dei suoi guai. La relazione diviene pesante, disagevole e non apporta nulla di buono e divertente. Si tratta di una persona in perenne stato di necessità. Non si assume la responsabilità della propria condizione di disagio e non accetta alcun suggerimento per uscirne; desidera soltanto lamentarsi con qualcuno e dar la colpa all’esterno come scusa per continuare a rimanere all’angolo. La vittima non guarda alla difficoltà come occasione per imparare e crescere e a cavarsela. C'è un vecchio detto che dice: "Il dolore è inevitabile ma la sofferenza è facoltativa".
- L’auto-centrato: si tratta di quel tipo di persona con cui ci si sente soli anche quando è presente. Sta in relazione da un punto di vista della presenza fisica ma é distante psicologicamente poiché assorbito dai propri interessi e dalle proprie fantasie. Usa le persone che ha accanto a se per confermare la propria autostima.
- L'invidioso: incapace di provare soddisfazione per la propria vita guarda sempre a ciò che possiedono gli altri e che egli ancora non ha. Valuta la qualità della propria vita non rispetto ai progressi che riesce a compiere in relazione a se ma a quanto ancora non si è realizzato rispetto agli altri. Aver a che fare con una persona di questo tipo significa imparare a banalizzare i propri traguardi di vita.
- Il manipolatore: apparentemente si mostra un buon amico. Conosce i nostri gusti, ciò che ci rende felici ed usa informazioni personali e confidenziali per manipolarci in modo indiretto e sottile. Sotto il suo atteggiamento benevolo c’è un progetto nascosto. Desidera qualcosa dalle persone ma non da nulla in cambio.
- Il giudice: persona che rimanda solo ciò che gli altri non sanno fare, sottolinea gli errori altrui, È esigente e intransigente. Divide il mondo in due tipologie di persone: quella dei perfetti, costituita da pochissime persone e in cui ci si ritrova, e quella dei miseri ignoranti, la maggioranza. Svaluta e non é capace di elargire riconoscimenti positivi o fare complimenti. Aver a che fare con una persona giudicante significa perdere il proprio entusiasmo, mettere in dubbio le proprie qualità e competenze. È una persona che demolisce nel tempo il senso di sicurezza e l’autostima altrui.
- L'arrogante: è una persona in competizione e guarda alle relazione come ad una sfida personale per ottenere una rivalsa sugli altri. L’atteggiamento arrogante rappresenta un modo per mascherare le insicurezze soprattutto in ambito lavorativo. È una persona competitiva che scredita gli altri, compie scorrettezze pur di avere successo e prevalere sui rivali.
Le persone tossiche sono complicate da gestire poiché mostrano comportamenti irrazionali ai quali non vale la pena rispondere. Più il comportamento è illogico e più semplice riconoscere che abbiamo a che fare con una persona tossica da evitare in modo da non rimanerne emotivamente coinvolti e stravolti. È necessario riconoscerne in anteprima i segnali per non farsi agganciare e cadere in trappola poiché non vi è alcuna possibilità di avere la meglio su queste persone, ragionarci assieme e tanto meno cambiarle negli atteggiamenti relazionali. L’unica strategia è mantenere una sana distanza protettiva. Quando invece la persona tossica è presente in un contesto inevitabile come quello lavorativo o familiare non sempre è possibile mettere dei confini. Ma ciò che possiamo fare è tentare di osservare i comportamenti disfunzionali, cogliere gli stimoli che precedono tali pattern di comportamento e renderli prevedibili. Di fronte ai tentativi di manipolazione o di attacco della persona tossica il trucco è quello di astenersi dall’entrare in conversazioni troppo lunghe e profonde per rimanere su discorsi più generici e neutrali dove non c’è il rischio di rimanere incastrati in discussioni, svalutazioni, ricatti o manipolazioni. Mostrarsi falsamente compiacenti senza entrare in polemica o in braccio di ferro. E' necessario dare ragione e tagliare la conversazione il più velocemente possibile senza la pretesa di affermare il proprio punto di vista con persone che non hanno “orecchie per sentire” e sono incapaci di usare la relazione con gli altri per confrontarsi ed arricchirsi.
Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.