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Neurofisiologia e Ipnosi

Contrariamente a quanto affermato da Freud secondo Milton Erickson l’inconscio non è solo il serbatoio dove si fissano le problematiche delle persone ma soprattutto il luogo delle loro risorse. Per Milton Erickson, padre dell’ipnosi moderna, la trance ipnotica è una condizione naturale che si attiva periodicamente durante le normali attività quotidiane. La trance ipnotica è un fenomeno spontaneo che ha la funzione di aiutare la mente a recuperare le energie attraverso piccoli momenti di rilassamento che interrompono lo stato di concentrazione rispetto a ciò che si sta facendo. I fenomeni di micro-trance spontanea avvengono ogni 90 minuti circa e abbassano la soglia di attenzione permettendo una sorta di rilassamento spontaneo. Normalmente non ci accorgiamo di andare spontaneamente in trance se non in situazioni particolarmente evidenti; basta osservare un bambino che sta guardando il suo cartone animato preferito e ci possiamo accorgere che le sue pupille sono leggermente dilatate, lo sguardo tende essere fisso, la bocca socchiusa e il viso completamente disteso. Durante una sessione di ipnosi clinica lo stato di trance che possiamo osservare non è quindi altro che una amplificazione dello stato naturale portato a un livello più profondo e con fenomeni più evidenti, ma sempre possibili per la nostra mente e già presenti naturalmente.

Il fenomeno dell’ipnosi è correlato ad alcune modificazioni neurofisiologiche che sono state oggetto di studio di Franco Granone, neuropsichiatra. Per Granone l’ipnosi è un modo di essere dell’organismo con aspetti neurofisiologici elettroencefalografici e psicologici che possono essere osservati, valutati e studiati.  In uno stato ipnotico le parole possono evocare immagini mentali che hanno una loro realtà psicologica e uno specifico correlato neurofisiologico. Valutando l’attività elettroencefalografica dei due emisferi, il sinistro e il destro, sia in stato di veglia che in stato  ipnotico si è osservata una variazione delle onde cerebrali. Nello stato di veglia predomina il ritmo alfa, un ritmo cerebrale in cui le onde sono più ampie e che coinvolge l’emisfero destro e in minima parte il sinistro. In ipnosi invece si verifica l'esatto opposto. L’emisfero sinistro entra in uno stato di riposo ed aumenta l’attività dell’emisfero destro. Attraverso la mappatura cerebrale è stato verificato che l’emisfero destro è coinvolto nel fenomeno dell’ipnosi. Questo emisfero tende a cogliere la realtà in modo intuitivo, immediato. Attraverso una sensazione olfattiva, un’immagine, un suono possiamo risalire ad un ricordo, a una situazione del passato che ci sembra di rivivere nel momento in cui la rievochiamo sotto ipnosi. Dell’emisfero destro predomina il linguaggio simbolico per cui la comunicazione privilegiata è quella metaforica. L’emisfero destro ha la capacità di cogliere in modo intuitivo, attraverso metafore o racconti, nuove modalità di percepire i problemi portati in terapia, offrire nuove visioni della realtà nascoste dagli schemi razionali creati dall’emisfero sinistro. I soggetti maggiormente adatti all’uso dell’ipnosi quindi sono quelli che hanno una grande capacità di visualizzazione, di fantasia, di capacità artistiche e musicali rispetto a coloro che sono più razionali, deduttivi e analitici ovvero che utilizzano prevalentemente l’emisfero sinistro. Alla base dell’ipnosi moderna c’è il concetto di ideoplasia: ciò che viene suggerito dal terapeuta tramite le suggestioni diventa una sensazione, un’immagine, un’azione in movimento. Le suggestioni fornite devono essere personalizzate, cucite addosso alla persona e al suo modo di esprimersi e pensare, per poter bypassare la critica, limitare il campo della coscienza e raggiungere livelli profondi tali da creare una dissociazione psichica tra mente conscia e mente inconscia. Attraverso lo stato ipnotico si possono indurre fenomeni quali le allucinazioni, le amnesie, l’analgesia dovute ad una inibizione delle funzioni corticali e all’attivazione della zona diencefalo mesencefalica ovvero della parte più emotiva. La realizzazione di questi fenomeni è dovuto al tipo di comunicazione che il terapeuta instaura con il paziente. I suggerimenti relativi ad immagini e sensazioni percepite dal paziente diventano fenomeni biologici che ristrutturano le reti neuronali provocando una modificazione di comportamenti abituali disfunzionali. Lo psicoterapeuta quindi agisce attraverso una comunicazione specificatamente studiata per quel paziente, il quale deve essere collaborativo. Le suggestioni fornite debbono essere accettate liberamente e non possono essere indotte: non c’è margine per alcuna forma di manipolazione. Le parole agiscono in anzitutto a livello immaginativo e poi biologico per rimodellare strutture neuronali e produrre un cambiamento profondo nel modo di pensare, sentire ed agire della persona ma sempre con il suo consenso. Durante l'ipnosi inizialmente la persona presenta rigidità e immobilità nella mimica facciale, rallentamento motorio, lentezza nelle risposte ed abbassamento del tono muscolare. Il sistema nervoso simpatico diminuisce la sua attiva mentre aumenta quella del parasimpatico: il ritmo cardiaco e respiratorio rallentano. Le palpebre possono vibrare e la deglutizione aumenta. Vi è un parziale distacco dalla realtà e una diminuzione del pensiero razionale/critico a favore di un aumento della capacità immaginativa, vi può essere ipermnesia (una facilità di accesso a memorie dimenticate) o all’opposto una parziale o totale amnesia di quanto accaduto durante la seduta. Solo una piccolissima percentuale, circa il 5% dei soggetti, sperimenta la trance “sonnambulica”; si tratta di soggetti che appaiono svegli, eseguono ordini passivamente anche se in modo rallentato ma che al risveglio non ricordano nulla. Comunemente invece accade di essere in grado di partecipare attivamente e parlare durante la trance oltre che ricordare ciò che è avvenuto al termine. 

Lo stato di trance ipnotica permette di ottenere una maggiore apertura mentale al nuovo ed uno stato di calma. La persona rimane durante la sessione focalizza la sua attenzione sulla realtà interiore, può accedere più facilmente alle emozioni ed ai sentimenti rendendo quindi possibile scoprire o riscoprire esperienze positive già vissute vero, utilizzare memorie dimenticate ed attivare energie e risorse interiori latenti.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.