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Il manipolatore affettivo

Dr. Sgambati Psicologo Pordenone
Dr. Sgambati Psicologo Pordenone

Riconoscere una persona fisicamente violenta è facile ma non è altrettanto facile identificare una persona violenta sul piano psicologico. 

La manipolazione psicologica è una forma di violenza subdola che di solito è agita dalla persone con cui abbiamo uno stretto e confidenziale rapporto di fiducia. E’ sovente esercitata da un partner, un familiare, un amico. Dato il tipo di rapporto è difficile pensare che qualcuno a cui vogliamo bene possa danneggiarci a nostra insaputa. Per tale ragione possiamo essere vittime inconsapevoli di abuso psicologico. 

Si parla di violenza psicologica quando una persona utilizza regolarmente un modello di comunicazione caratterizzato da minacce verbali, intimidazioni, critiche e al contempo ricorre all’uso di sottili tattiche di manipolazione basate sul farci provare disagio, vergogna e senso di colpa.

Il manipolatore utilizza strategie verbali ed emotive per controllare e dominare la sua vittima. Il problema è che le ferite emotive non sono visibili come quelle fisiche ma non meno dolorose. 

Sia gli abusi fisici che quelli psicologici lasciano delle tracce nel cervello, seppur diverse.

L' abuso emotivo lascia cicatrici nelle regioni associate alla comprensione e al controllo delle emozioni, così come nelle aree di riconoscimento e risposta ai sentimenti altrui. Nello specifico nell’area della corteccia pre-frontale e del lobo temporale mediale che normalmente si attivano quando pensiamo a noi stessi e riflettiamo sulle nostre emozioni. A fronte di un abuso emotivo tali aree del cervello diventano più sottili per effetto dell’ansia prolungata. Sotto stress il cervello riduce il livello di connessione tra queste zone; è come se gradualmente si “spegnessero” e diventassero meno reattive. Il risultato dell’assottigliamento della corteccia cerebrale porta le vittime di abuso emotivo a soffrire di depressione, sbalzi d'umore e a reazioni emotive estreme. 

Il manipolato perde gradualmente in capacità auto-riflessiva ed ha difficoltà a gestire appropriatamente la sua emotività. 

Questo può generare una spirale negativa che rende l’abusato più vulnerabile e soggetto a cadere nella trappola di ulteriori manipolazioni psicologiche.

 

Come riconoscere un manipolatore affettivo?

Nell'immaginario popolare, il manipolatore è uomo. Ciò perché è alla figura maschile che si associano i comportamenti più violenti. In realtà è importante notare che l’abuso emotivo si basa sulla capacità di sottomettere psicologicamente la vittima e tale capacità non è esclusiva dell’uomo ma può riguardare anche la donna. Le caratteristiche principali del manipolatore sono le medesime indipendentemente dal fatto che sia di sesso maschile o femminile.

L'aggressore psicologico è solitamente una persona rigida e intollerante che non rispetta le opinioni e le decisioni altrui. Normalmente è una persona piena di pregiudizi e stereotipi per cui quando qualcosa non va secondo le sue aspettative reagisce in modo aggressivo.

Il secondo tratto distintivo è l’essere autoritario. Il suo problema riguarda il fatto di ritenere corretti solo il suo modo di pensare e di fare le cose. Ritiene che siano gli altri a doversi adeguare al suo modello di mondo, a doversi sottomettersi alla sua volontà. Quando qualcuno non si adegua reagisce arrabbiandosi anche quando non ha alcun motivo per farlo. Si tratta di una persona incapace a dialogare, confrontarsi e mediare tra posizioni diverse. Ritiene valide solo le sue motivazioni, crede solo alla sua verità. Tutto ciò che non si conforma al suo modo di vedere le cose è ritenuto errato e di conseguenza cerca di controllare tutti soffocandoli emotivamente. 

E’ dotato di un pensiero assolutistico del tipo “tutto o nulla”. Vede la vita in bianco e nero, le cose sono buone o cattive, e questo lo porta a sviluppare un pensiero estremamente rigido che ostacola le sue relazioni con gli altri a causa dei continui scontri.

Esercita la sua influenza ricorrendo ai ricatti emotivi per ottenere dalle sue vittime ciò che desidera. Può fingersi malato per ottenere qualche beneficio, incolpare qualcuno o incutere terrore. Il suo scopo è destabilizzare la vittima da un punto di vista emotivo per poi offrissi come unica figura di sostegno o salvezza. Si rende indispensabile affinché la sua vittima finisca nella sua rete senza neppure rendersene conto.

Il “vampiro sentimentale” è affascinante e premuroso, almeno all’inizio. Sa nascondere il suo vero "sé" finché la vittima, fidandosi, non mostra le sue debolezze. Solo quando la vittima si è esposta rivelando i suoi punti di fragilità allora attiva il suo comportamento distruttivo o di controllo.

E’ critico, ma non autocritico. Essendo una persona molto rigida non accetta alcuna critica per cui reagisce alle osservazioni personali mettendosi sulla difensiva ed aggredendo. Ipersensibile e permaloso, non esita però a rivolgere criticare agli altri. Muove critiche distruttive che non aiutare l'altro a crescere ma che lo feriecono gratuitamente. Di solito tende ad affrontare i suoi errori, le critiche ricevute o una brutta giornata riversando la sua frustrazione sugli altri.

Soffre di instabilità emotiva. Non ha una buona consapevolezza di se e del suo mondo emotivo per cui non sa gestire ciò che prova. E’ un analfabeta emotivo con uno scarso controllo e una ridotta consapevolezza delle sue emozioni. 

Oscillando tra gentilezza, stati di irritazione, umorismo e rabbia crea nelle persone che gli stanno accanto incertezza ed ansia.

Possiede una bassa autostima. Mostra un’immagine di se forte ma in realtà nasconde una scarsa autostima. Il comportamento aggressivo o manipolativo è solo una maschera per nascondere la sua profonda insicurezza. Questo è il vero motivo per cui reagisce male quando viene criticato.

E’ insensibile e privo di capacità empatica. Non è in grado di mettersi nei panni degli altri. Ha una visione egocentrica della situazione da cui vuole uscirne da vincitore. Questa insensibilità è ciò che gli permette di manipolare e danneggiare gli altri senza sentirsi in colpa.

Quando si rende conto che può perdere il controllo sulla vittima, senza scrupoli promette, mentendo, di cambiare il suo comportamento. Non gli importa di mentire; ciò che conta è raggiungere l’obiettivo.

Il manipolatore emotivo può essere affetto da un disturbo di personalità: disturbo narcisistico disturbo antisociale o disturbo borderline. Non sempre è pienamente consapevole del danno che causa alle sue vittime. In alcuni casi, manipola perché non conosce altri modi più sani per relazionarsi. E’ probabile che sia stato a sua volta vittima di un abuso emotivo durante l’infanzia.

In ogni caso, sia che l'aggressore sia consapevole o meno, la vittima non ha alcuna colpa e non deve per alcun motivo sopportare tali vessazioni: la manipolazione psicologica è un abuso vero e proprio al pari della violenza fisica.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.