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Gaslighting: la manipolazione mentale

Il Gaslighting è un sofisticata tattica di manipolazione mentale che alcuni tipi di persone usano per creare dubbi nella mente di altre. Il nome deriva dal titolo di uno spettacolo teatrale, oltre che da un film, del 1930 dal titolo appunto "Gas Light” nel quale un marito cerca di sbarazzarsi della propria moglie facendola impazzire attraverso sottili cambiamenti nell’ambiente in cui vivono. 

Negli ultimi anni il termine "gaslighting" è stato applicato alle tecniche di manipolazione usate da alcuni tipi di personalità disturbate (psicopatico) per sfruttare le loro vittime. Quando infatti una persona è vittima di gaslighting arriva a dubitare delle proprie capacità di giudizio; si affida al manipolatore finendo sotto il suo controllo. Il Gaslighting efficace si può realizzare in diversi modi:

 

  • Affermando qualcosa con una tale apparente convinzione ed intensità che l'altra persona comincia a dubitare del proprio punto di vista;
  • Negando in modo vigoroso e costante qualcosa;
  • Mostrando indignazione ed incredulità per ciò che in cui l’altro crede o afferma;
  • Mostrando o elencando fatti e prove distorte, ma difficili da smentire, per sostenere una certa posizione e disconfermare quella altrui;

 

Il gaslighting è particolarmente efficace quando assieme a queste tecniche vengono suscitati anche sentimenti di colpa e vergogna. 

E’ usato da personalità aggressive, come il narcisista, per assicurarsi e mantenere una posizione di vantaggio sugli altri in modo sottile, malevolo e coercitivo per spingere il "bersaglio" ad aderire ai loro desideri. 

L'inganno è l’ingrediente centrale nella manipolazione e può essere realizzato attraverso la negazione, la distorsione e l’omissione di aspetti ed informazioni chiave degli eventi. 

Questo attacco serrato e continuo fa si che la vittima dubiti del proprio istinto che li porterebbe a mettersi sulla difensiva; la persona non riuscendo a trovare alcuna prova oggettiva, chiara e  diretta in linea con le proprie sensazioni comincia a dubitare di se stessa e del proprio intuito. Questo è il vero segreto di una manipolazione efficace: il "bersaglio" viene fermamente convinto che ciò che pensa e sente non è corretto, smette di fare resistenza e capitola. 

L’obietto del manipolatore è indurre l’altro a dare spontaneamente ciò che egli desidera senza rivelare apertamente le sue intenzioni. Ottiene ciò che vuole in modo indiretto inducendo la vittima a farlo, ad arrendersi, volontariamente. Instilla vergogna, paura, dubbi, infonde senso di colpa in modo tale che la vittima cambi idea rispetto a quella che aveva inizialmente.

Su questo tema leggi anche "le fasi della manipolazione".  

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.