Quando riconosciamo che una relazione affettiva è giunta al termine accettarlo non è facile; di solito questa consapevolezza si fa strada gradualmente. Comunicare tale decisione al partner è altrettanto difficile perché implica mettere in conto un periodo di sofferenza sia per se stessi che per il partner che subirà la rottura.
Alcune persone faticano più di altre a confrontasti di fronte ad una crisi di coppia e scelgono di procrastinare la decisione di mettere fine al rapporto. Comunicano il loro disagio in modo indiretto ad esempio evitando i rapporti intimi, dedicando molto più tempo all’attività lavorativa, agli amici ed allo sport sperando che l’aumentata distanza induca il partner ad accettare e dichiarare la fine. Un altro modo indiretto di comunicare che il rapporto è giunto al termine è creare un clima insopportabile mostrando continua frustrazione, irritabilità e comportamenti aggressivi. Il clima teso comporta cosi tanto a disagio da indurre il partner a chiudere. Queste modalità rivelano l’incapacità di una persona ad assumersi la responsabilità della fine del rapporto.
Ultimamente, anche per effetto dell’uso esponenziale dei mezzi di comunicazione digitali come whatsapp e facebook, in cui i rapporti sono gestiti a distanza attraverso uno schermo, si è fatta strada una nuovo modo di "troncare": il ghosting.
Per ghosting (effetto fantasma) si intende quel fenomeno che porta alcune persone a scomparire improvvisamente di punto in bianco. Ciò significa che la persona tronca qualunque forma di contatto con il partner: non risponde a chiamate, messaggi, mail. La persona rientra a casa e non torva più il partner e le sue cose. Sparisce rifiutando qualunque contatto celandosi dietro al silenzio senza fornire alcuna informazione che possa aiutare chi viene lasciato ad elaborare la perdita ed andare avanti. Di colpo la vita di coppia crolla senza spiegazioni. Si tratta di una forma di chiusura assolutamente non sana, che lascia l'altro in una situazione di attesa e disperazione che minaccia il suo senso di se, la sua autostima ed identità. Il ghosting tuttavia può essere contemplato solo per porre fine a relazione di abuso.
La sparizione rappresenta un modo immaturo di gestire una chiusura, irrispettoso nei confronti di chi viene lasciato, dei sentimenti reciprocamente provati e della relazione, soprattutto se di lunga data. La vittima di ghosting lasciata in modo traumatico, come se fosse di fronte ad un lutto improvviso, deve fare i conti con sentimenti di disperazione, impotenza, umiliazione, confusione e disorientamento. I sentimenti del vittima vengono disconosciuti, svalutati, così come il suo valore in quanto persona. La reazione è tanto più forte quanto vi era il sentore che la relazione funzionasse senza problemi, fosse solida e procedesse serenamente.
Certamente è disagevole lasciare qualcuno ed ammettere che con quella persona non si è felici, quella non è la relazione che si desidera o che i sentimenti sono cambiati ma il confronto è necessario per permettere ad entrambi di elaborare il lutto. Più spesso porta a provare sentimenti spiacevoli come rabbia, odio, e tristezza che però sono sani e funzionali ad elaborare il distacco. Mentre altre volte il confronto porta a chiusure più serene, accettazione e modi maturi di gestire il distacco pur mantenendo un legame durevole seppur amicale.
La persona “fantasma” o “ghoster” cancella il rapporto in modo da evitare l’imbarazzo, le difficoltà e le conseguenze di una confrontazione onesta. Si illude che in tal modo eviterà di ferie la persona a cui ha voluto bene ma in realtà lasciandola nel limbo, nell’incertezza, arreca molto più dolore che non affrontando una conversazione schietta.
Il ghoster tagliando la corda mantiene il controllo della relazione, controllo che non avrebbe se si confrontasse con le imprevedibili reazioni del partner qualora decidesse di affrontarlo. Mantiene il controllo nel senso che impedisce all’altro di fornire la propria versione dei fatti, di contestare la decisione, di addolorarsi per quei progetti, quelle promesse, quei sogni di coppia che vede sfumare e non si realizzeranno più.
Con la sparizione improvvisa di tutto questo non si parlerà più e non ci sarà alcun chiarimento.
E’ un taglio netto per sempre. Il ghoster quando scompare dimostra di essere:
- Incapace di essere onesto e diretto;
- Incapace di affrontare sentimenti e reazioni del proprio partner;
- Incapace di riconoscere il suo ruolo, i suoi limiti, nella fine delle relazione.
Il ghoster/carnefice si comporta come se la relazione non fosse mai esistita e non tiene conto dei sentimenti di disperazione che la sua vittima abbandonata possa provare. La vittima dal canto suo cercherà di darsi delle spiegazioni per l’accaduto e identificare le motivazioni taciute per cercare sollievo e lasciar andare.
E’ improbabile che la sparizione del ghoster coincida con l’inizio di un nuovo rapporto; è più plausibile pensare che semplicemente ha portato avanti un rapporto d’amore sino a che ad un certo punto il senso di costrizione, di disagio da sempre provati non sono prevalsi. Non ha saputo reggere una relazione in cui si sentiva innamorato ma soffocato. Il forte senso di fallimento gli ha impedito di confrontarsi e ha optato semplicemente per la sparizione in modo da evitare altro dolore.
La vittima di ghosting non ha alcuna responsabilità circa l’accaduto perciò i sensi di colpa ed il rimuginare sul cosa si avrebbe potuto fare di diverso per salvare la relazione non hanno molto senso. Non significa che chi è stato lasciato sia inadeguato per quella persona o più in generale per i rapporti affettivi. Ha incontrato una persona con dei problemi relazionali significativi e che non erano prevedibili. Il ghoster infatti è bravo a dissimulare i propri sentimenti ed evitare di dire ciò che pensa realmente. In tal modo non è possibile capire che sta indossando una maschera ne difendersi a priori.
Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.