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La frustrazione

La frustrazione è uno stato psicologico derivante dal mancato soddisfacimento di un bisogno; è lo stato psichico in cui ci si viene a trovare quando una aspettativa viene disattesa, si è bloccati nel raggiungere un obiettivo o impediti nel realizzare un desiderio.

La vita è piena di frustrazioni; dalle irritazioni minori legate al perdere qualcosa ad i grandi e continui fallimenti legati al mancato raggiungimento di un obiettivo desiderato a cui si è dedicato molto tempo ed energia. Dal momento che molte delle cose che vogliamo davvero richiedono un certo grado di frustrazione è necessario imparare a gestirla al fine di rimanere concentrati e positivi anche in circostanze difficili.

In generale, ogni volta che raggiungiamo un obiettivo ci sentiamo soddisfatti, effusori e felici così come quando ciò non accade ci sentiamo disillusi, irritabili, infastiditi e arrabbiati. In genere, più è importante l’obiettivo mancato più grandi saranno la frustrazione, la rabbia e la perdita di fiducia conseguenti.

La  frustrazione non necessariamente è un male; ci indica che qualcosa non sta andando nella direzione sperata e ci invita a riconsiderare la situazione, a soppesare il livello di motivazione rispetto all’obiettivo e quindi attuare dei cambiamenti di approccio e strategia di fonte al problema. 

La frustrazione viene sperimentata ogni volta che i risultati (obiettivi) che ci attendiamo non sembrano adeguati allo sforzo ed alle azioni intraprese ovvero ogni volta che le nostre azioni producono risultati inferiori rispetto alle attese.

La frustrazione è il risultato di due tipi di blocco: cause esterne (esogene) o cause interne (endogene):

 

 

- Cause interne: comportano delusione legata all’impossibilità ad ottenere ciò che desideriamo a causa di carenze personali reali legate al saper fare (abilità, allenamento, strategie di coping) o mancanze immaginarie di tipo psicologico (mancanza di fiducia, paura di deludere, della critica, delle conseguenze). Un altro tipo di frustrazione interna di ha quando una persona si pone obiettivi diversi che competono ed interferiscono tra loro.

 

- Cause esterne: comportano senso di impotenza legata a condizioni al di fuori della persona   che non si possono modificare (situazioni di vita, persone e cose che si frappongono con i nostri obiettivi). Una delle maggiori fonti di frustrazione nel mondo di oggi è la frustrazione causata dalla perdita di tempo: quando si è in fila presso una banca, nel traffico… 

 

 

La frustrazione dovuta a fattori esterni è inevitabile e non c’è nulla che possiamo fare al riguardo se non accettare con serenità le cose che non possiamo ed imparare che mentre la situazione può essere sconvolgente e frustrante non c'è bisogno di essere frustrati. Accettare la vita è uno dei segreti per evitare la frustrazione. I segnali legati alla frustrazione sono: stress, risentimento,  perdita di autostima e fiducia in se stessi, depressione, rassegnazione e rinuncia ovvero una sorta di una spirale verso il basso.

 

 

  • Rabbia: la frustrazione genera rabbia e la rabbia genera aggressività che, in genere, viene diretta verso l’ oggetto o la persona percepiti come la causa del mancato soddisfacimento dei propri bisogni ed obiettivi. Se la fonte della propria frustrazione è troppo potente o minacciosa per dirigere in quella direzione la propria rabbia allora essa viene reindirizzata verso un oggetto meno minaccioso e più disponibile (capro espiatorio). Una persona arrabbiata agisce spesso senza pensare. Quando si cede alla frustrazione ne conseguenze che si rinuncia alla  moderazione. La rabbia può essere una risposta sana se ci motiva ad agire in modo positivo  ma troppo spesso le persone utilizzano la rabbia in modo distruttivo. Quando ci si sente frustrati è necessario praticare azioni di sfogo sano della rabbia anziché distruttive.
  • Rassegnazione: rinunciare ad un obiettivo può risultare a volte necessario e saggio se l'obiettivo è veramente fuori dalla nostra portata. Tuttavia, l’abbandono di un obiettivo può essere una risposta alla frustrazione e non necessariamente una buona scelta. Quando una persona sperimenta ripetutamente la frustrazione in uno specifico campo può decidere di abbandonare la scuola, un’attività lavorativa senza però tentare di individuare modi diversi ed alternativi per approcciare all’obiettivo. Guardare dall’esterno ed in modo nuovo potrebbe portare a risultati diversi e positivi che non arriverebbero ne con la rinuncia ne attuando sempre le stesse strategie. E’ utile guardare le cose dall’esterno, a volte con l’aiuto di qualcuno che è imparziale e che più obiettivo nel vedere cosa funziona e cosa invece no. E’ necessario imparare a persistere di fonte agli eventi avversi quanto più un progetto è significativo per noi; può essere utile fare un resoconto di quanti progetti si sono iniziati e si sono lasciati andare per l’incapacità a tollerare la frustrazione di un ritorno non immediato. Può essere utile fare una lista delle cose iniziare alle quali si è poi rinunciato perché la riuscita sembrava difficile o realizzabile solo alla lunga nel tempo con un alto dispendio di energie.
  • Sfiducia: la perdita di fiducia e della stima di sè sono effetti collaterali frequenti quando si è in difficoltà nel raggiungere un obiettivo. Rinunciare a realizzare un sogno per sfiducia nelle proprie capacità oggi farà si che anche i progetti seguenti saranno a rischio perché potremmo  anche in futuro non essere in grado di valutare con precisione le nostre capacità. Quanto più siamo convinti di non farcela quanto più sarà probabile che verificheremo di non riuscire a realizzare ciò che ci sta a cuore (profezia che ai autoavvera).
  • Stress: lo stress per la mancato soddisfacimento del nostro bisogno di auto-realizzazione comporta una “usura” fisica e mentale. Un’estrema, frequente e prolungata frustrazione  produce risposte da stress quali irritabilità, rabbia, stanchezza, ansia, mal di testa, depressione, mal di stomaco, ipertensione, emicrania, ulcere, attacchi di cuore  o colite.
  • Depressione: la depressione può colpire quasi ogni aspetto della vita ed è una riposta di adattamento passivo. Essa colpisce persone di ogni età, reddito, razza e cultura. La depressione può influenzare il modo di mangiare e dormire, il modo in cui ci si sente, il modo in cui si pensa alle cose ed il modo con ciò si  interagisce con gli altri.

 

Altre reazioni alla frustrazione sono: l’abuso di droghe o alcool, i problemi alimentari e di peso come modalità ingannevoli di fronteggiamento dello stress poiché portano a problematiche ben più gravi in un secondo tempo.

Non è realistico pensare di non potersi mai sentire frustrati piuttosto si può imparare a portare avanti progetti di vita riducendo al minimo la frustrazione per essere sicuri di non reagire in modo malsano.

 

Bisogna imparare a distinguere tra ciò che si spera accadrà e ciò che invece è più realistico che accada oltre che guardare al ciò che è gia accaduto. Far si che l’esperienza passata funga da insegnamento e non da blocco per il futuro. È necessario essere in grado di valutare con precisione le nostre abilità sulle quali far leva i punti di forza, e quei limiti che impediscono di risolvere un problema per raggiungere l’obiettivo. L’autocritica ed il vittimismo generalizzati non sono una buona soluzione; è utile invece valutare quali tipi di problemi si sono incontrati nel passato, cosa ha funzionato e cosa invece va modificato nell’approccio al fine di sviluppare un piano realistico di azione per i progetti futuri.

Anche prendere le cose con tranquillità può essere d’aiuto per affrontare passo passo senza ansie eccessive o irrealistiche. Se ci si sente turbati, tristi, ansiosi, depressi, impazienti ed intolleranti è più conveniente fare una pausa, non agire in uno stato emotivo alterato, per poi riconsiderare il piano di azione a mente lucida. 

Ogni persona ha bisogno di imparare a controllare la frustrazione; quanto segue è una breve panoramica dei tipi di programmi di gestione della frustrazione e delle risorse che si sono rivelati più utili:

 

  • Psicoterapia individuale e di gruppo per la gestione della rabbia: un terapeuta può osservare e analizzare il vostro comportamento dal punto di vista imparziale, aiutarvi a fare un esame di realtà. Conosce molte strategie per gestire frustrazione e rabbia in modo efficace e aiutarvi a sviluppare un set personalizzato di strategie per cambiare sia il vostro modo di pensiero e comportamentali di forte agli ostacoli in vista dell’obiettivo da raggiungere. A seconda delle esigenze, il terapeuta può insegnarvi esercizi di respirazione o di meditazione per ridurre la frustrazione, far riscorso a tecniche emotive e fisiche sicure e più adeguate per liberarvi dalla frustrazione.
  • Relax ed esercizio. Strumenti di rilassamento semplici come la respirazione profonda, le visualizzazioni immaginative, il training autogeno, lo yoga, la meditazione, il rilassamento progressivo di Jacobson sono d’aiuto per placare frustrazione e rabbia, aiutarvi a rilassare i muscoli e deviare la mente verso pensieri più sani.

 

La frustrazione può avere un impatto altamente dannoso sullo stato d'animo. Se siamo convinti che le nostre azioni non stanno funzionando, al di la degli sforzi, ma che l’obiettivo è importate anziché persistere è necessario rimettersi in discussione per essere efficaci e vincenti.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.