· 

I Giochi Psicologici nelle relazioni

Tutte le persone in un modo o nell'altro nella propria vita giocano un gioco psicologico ma non sempre ne sono consapevoli. Giocano a casa, con familiari, al lavoro, con amici, conoscenti o persone sconosciute. Tutti siamo impegnati in giochi psicologici a volte utili ed altre volte dannosi alla nostra ed altrui salute. 

I giochi psicologici hanno a che fare con dinamiche psicologiche che si attivano in ogni tipo di relazione. A volte sono così radicati che non mi siamo nemmeno consapevoli e riteniamo che si tratti di modalità comportamentali del tutto normali. Perché le persone giocano nelle relazioni interpersonali? Come si può riconoscere quando si sta iniziando a giocare in una relazione? Le persone giocano poiché ottenere un tornaconto, un vantaggio come esito del gioco. Di norma giocare porta a confermare un'idea che la persona ha di se stessa o degli altri. Ad esempio una persona può giocare per confermare l’idea che nelle relazioni è vittima perseguitata ingiustamente.  C'è sempre un motivo, stesso inconscio per cui le persone lanciano un gancio alla persona con cui si relazionano.  Il gancio, lo stimolo o atteggiamento, rappresenta l'inizio del gioco ovvero un invito a entrare in una dinamica che porta a confermare un’idea di fondo che però è inconscia.

È importante sottolineare che un gioco psicologico avviene all'interno di una relazione che coinvolge due persone. Come dire che ci vogliono due persone per ballare il tango. Un gioco psicologico non si avvia soltanto per la volontà di chi lancia uno stimolo ma anche di chi lo accoglie per rispondervi. Se chi lancia il gancio attua un comportamento manipolativo anche chi rispondere ad esso mette in atto una risposta manipolativa. Per uscire dai giochi è necessario imparare riconoscere i ganci al fine di evitare di rispondere poiché ogni gioco finisce con una sensazione spiacevole e di disagio che viene sperimentata da entrambi i giocatori.

Ci sono molteplici giochi psicologici; di seguito illustro solo i cinque giochi psicologici più comuni:

 

 

DONNA FRIGIDA (o UOMO): questo tipo di gioco si verifica quando una persona, donna ma anche uomo, si sente perseguitata dal partner che è in cerca di rapporti intimi. La persona che gioca rifiuta il rapporto sessuale partendo dall’idea che “tutti vogliono solo sesso, sono egoisti e incapaci di amare”. Quindi il partner del giocatore sentendosi respinto costantemente e perdendo la speranza smette qualunque approccio di natura sessuale. Con il tempo il partner rinuncia all'idea di poter avere un rapporto intimo con la propria moglie o col proprio marito. Successivamente il giocatore inizia a mostrare comportamenti provocanti e sedutivi e a flirtare anche con altri al di fuori della relazione ufficiale. Questo atteggiamento viene quindi interpretato dal partner del giocatore come un rinnovato interesse per la sessualità, un segnale incoraggiante per riprovare un approccio intimo. Tuttavia questo comportamento rappresenta un gancio ovvero “una trappola” poiché quando partner si riavvicina nuovamente vieni rifiutato con il consueto “Vedi! Tutti sono ossessionati dal sesso, quello che volevo era solo affettività!”. Il giocatore che risponde al gancio si ritrova, senza capire il motivo, nella posizione di vittima. La motivazione che soggiace al gioco è la paura del sesso a fronte del desiderio di una maggior intesa sessuale. Lo scopo nascosto è evitare il sesso per paura e vergogna. La posizione che la persona conferma su di sé “Io sono ok” mentre la posizione che conferma circa l’altro è “Tu non sei ok”.

 

SE NON FOSSE PER TE: questo gioco avviene quando una persona passiva (maschio o femmina) si relaziona ad un partner più dominante. Naturalmente, il partner dominante tenderà a dirigere la relazione, a decidere per entrambi limitando le attività del partner passivo. Questo ultimo così, assumendo la posizione di vittima, finisce per lamentarsi "se non fosse per te potrei fare…”. La motivazione inconsapevole che soggiace al gioco del partner passivo, per cui sceglie un partner controllante, è di evitare situazioni spaventose, evitare di prendere decisioni per le quali potrebbe fallire e compromettere l’immagine che ha di sé. In tal modo il giocatore rimane con l’idea di “essere OK” senza però assumersi rischi e si convince che è il partner a “non essere ok” col suo atteggiamento soffocante. Lo scopo nascosto è di evitare situazioni di cui la persona ha paura qual ora esercitasse il suo potere decisionale.

 

GUARDA CIO’ CHE MI HAI FATTO FARE: a volte accade che un partner venga totalmente assorbito da un progetto personale (faccenda domestica, hobby, attività lavorativa..) al quale dedica tempo, energia e sforzi. Tuttavia, quando l'altro partner si avvicina ed interviene, la persona occupata nella propria attività distraendosi e commettendo un errore esclama “Guarda che cosa mi hai fatto!”. La responsabilità dell’incidente occorso alla persona occupata viene spostata sul partner. Questo ultimo impara con l’esperienza a non interferire o interrompere la persona occupato e a lasciagli più tempo da trascorrere da solo anziché disturbarlo con questioni che riguardano il resto della famiglia. La motivazione inconsapevole che soggiace al gioco è il timore che il partner occupato ha dell'intimità e dei legami stretti. Gioca per evitare di trovarsi in una relazione troppo ravvicinata che fatica a gestire rifugiandosi in attività da svolgere in solitudine. Lo scopo nascosto è appunto evitare l'intimità emotiva e sessuale. Con questo gioco conferma la convinzione “Io sono OK” mentre “Tu non sei ok”. poiché intrusivo, inaffidabile e fastidioso.

 

TI HO BECCATO: In questo gioco, il giocatore si relaziona ad un partner che possiede una bassa autostima e che è sensibile ad osservazioni negative e critiche. Entrambi i partner in questo gioco sperimentano ostilità l’uno verso l’altro; il giocatore che lancia il gancio manifesta apertamente la propria rabbia mentre il giocatore che risponde al gancio, quello più passivo, interiorizza la sua rabbia. I problemi però iniziando quando il partner che inizia il gioco ha uno stato emotivo alterato per qualcosa e inizia a provocare facendo commenti spiacevoli e critiche. Ad esempio il giocatore entra a casa seccato e il partner, sentendosi responsabile, chiede "che cosa ho fatto di male ora?”. Questa domanda induce il giocatore ad arrabbiarsi e creare un conflitto in cui accusa pesantemente il partner di essere egoista, auto-centrato, responsabile di qualche situazione. In altre parole cerca una scusa per accusare il partner "ti ho beccato…” . La motivazione inconsapevole che soggiace al gioco è scegliere un partner che fornisca una scusa apparentemente legittima per sfogare la rabbia e che possa facilmente essere sminuito ed accettare critiche poiché si sente già intrinsecamente difettoso. Lo scopo nascosto è evitare di affrontare le proprie emozioni spregevoli come rabbia e risentimento e trovare pretesti per esternarle a scapito di qualcun altro. Con questo gioco si conferma la convinzione “Sono OK” mentre “Tu non sei ok” evitando di prendersi la responsabilità del proprio sentire.

 

NON HO BISOGNO DI TE: di solito questo è un giocato di potere. Prevede un partner seduttivo ma sfuggente mentre l’altro cerca di attirare l’attenzione per essere visto e riconosciuto. Il seduttore si comporta in moda tale di comunicare che "non ha veramente bisogno dell'altra persona". Il seduttore prende impegni con amici e flirta in modo apertamente scorretto con altri corteggiatori. In risposta a queso gioco la vittima reagisce sforzarsi di attirare la persona sfuggente per conquistarla, “vincere” il suo disinteresse e la sua resistenza. Ad un certo punto il giocatore seduttivo di fronte agli sforzi del partner potrebbe esclamare “Non ho bisogno di te”. La motivazione inconsapevole che soggiace al gioco è una profonda paura dell’impegno e dell’intimità di coppia. E’ giocato da chi teme di esporsi per evitare di rendere visibili i suoi difetti e limiti; quindi per compensare questa paura si mostra "desiderabili" senza mai arrivare a farsi realmente intimo. E’ spesso giocato dai narcisisti che seducono ma poi si ritirano senza entrare realmente in una relazione profonda. Lo scopo nascosto è sentirsi potenti, avere il controllo ed evitare di mostrare quelle fragilità che potrebbero disconfermare la falsa immagine che la persona ha interiorizzato di se.

 

 

Ciò che emerge quindi è che i giochi relazionali non hanno a che fare con la ricerca di una relazione d’amore soddisfacente ma piuttosto con rappresentano un modo per confermare decisioni circa se stessi e gli altri o perseguire scopi nascosti come proteggersi da qualche paura inconscia. Riconoscere giochi e inviti a giocare non è semplice ne immediato ma una volta che si impara a riconoscerli si possono evitare per costruire rapporti sani, stabili e soddisfacenti.

 

Pagina Facebook - Canale Telegram


Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.