• Home
  • Blog
  • Trauma
  • Le Ferite Invisibili: Come il Passato Plasma le Relazioni Adulte

Le Ferite Invisibili: Come il Passato Plasma le Relazioni Adulte

Le Ferite Invisibili: Come il Passato Plasma le Relazioni Adulte
  • Dr. Maurizio Sgambati
  • 04/10/2025
  • visite: 563

Ci sono dolori che non fanno rumore. Non urlano, non sanguinano, non si vedono. Eppure ci abitano, ci modellano, ci guidano - spesso senza che ce ne rendiamo conto. Sono le ferite emotive che ci portiamo dietro dall'infanzia, dalle prime esperienze relazionali, da quei momenti in cui qualcosa dentro di noi ha iniziato a crepararsi. E quando diventiamo adulti, non le lasciamo alle spalle. Le portiamo con noi, come bagagli invisibili, e le appoggiamo. - con delicatezza o con urgenza - nelle mani di chiamiamo.

Le relazioni adulte, infatti, non sono solo incontri tra due persone. Sono incontri tra due storie, due sistemi nervosi, due mondi interiori e pieni di ricordi, paure, desideri e bisogni. Spesso ci innamoriamo non solo di chi ci fa battere il cuore, ma di chi - inconsciamente - ci sembra capace di riparare ciò che è stato rotto. Cerchiamo nel partner una sorta di medicina emotiva, una conferma che stavolta sarà diverso, che non verremo abbandonati, rifiutati, traditi, ignorati. È come se cercassimo di riscrivere la nostra storia, sperando che il finale cambi.

Ma il passato non si cancella. Si ripete. E lo fa in modo sottile, attraverso le relazioni sproporzionate, le paure che non sappiamo spiegare, le aspettative che sembrano troppo grandi. Quando una ferita viene riattivata - magari da una parola, da un silenzio, da un gesto - il corpo reagisce come se fosse tornato indietro nel tempo. Il cuore accelera, la mente si chiude, il dialogo si interrompe. Non stiamo rispondendo al presente, ma una dolore antico che si risvegliato. Ci accorgiamo di questo soprattutto quando le emozioni sono molto forti rispetto a ciò che sta accadendo nel qui ed ora; ciò che stiamo vivendo a livello emotivo è un elastico che ci riporta indietro nel tempo.

Le ferite più comuni che ci portiamo dentro sono cinque, e ognuno ha un volto, una voce, una memoria.

C'è la ferita del rifiuto, che nasce quando ci sentiamo non voluti, non accettati perciò che siamo. Chi la porta dentro spesso si convince di non meritare amore, e tende alla isolarsi o a costruire relazioni superficiali per evitare il rischio di essere nuovamente respinto.

Poiché la ferita dell'abbandono, che si forma quando chi doveva esserci - fisicamente o emotivamente - non c'è stato. Da adulti, questa ferita può trasformarsi indipendenza affettiva, paura della solitudine, bisogna costante di conferme. Ogni distanza viene vissuta come una minaccia.

La ferita del tradimento nasce quando la fiducia viene spezzata, spesso da una figura di riferimento che prometteva protezione e stabilità.chi ne soffre tende a sviluppare un forte bisogno di controllo, fatica fidarsi e vive con il timore che l'altro possa ingannarlo.

C'è anche la ferita dell'umiliazione, che affonda le radici inesperienza in cui ci siamo sentiti sminuiti, derisi, esposti. Da adulti, può portare una profonda insicurezza, i bisogni di compiacere gli altri, l'ultimo dimostrarsi vulnerabili.

Infine, la ferita dell'ingiustizia, che nasce quando ci sentiamo trattati in modo freddo, rigido, o quando le nostre emozioni vengono ignorate. Chi la porta dentro spesso sviluppa un perfezionismo esagerato, rigidità emotiva, e fatica lasciarsi andare.

Queste ferite sono la testimonianza che abbiamo vissuto, che abbiamo amato, che abbiamo cercato. E se le guardiamo con occhi gentili, possono diventare il punto di partenza per relazioni più vere, più profondi, più libere.

Guarire non significa non sentire più dolore. Significa imparare a stare con quel dolore, non fuggirlo, a non usarlo come arma. Significa smettere di chiedere all'altro di riempire i nostri vuoti, iniziare a prenderci cura di noi stessi. Significa scegliere, ogni giorno, di amare con consapevolezza, con pazienza, con passione.

Le relazioni adulte classi vissute con sincerità, diventano allora luogo dove non solo si ama, ma si guarisce. Dove il passato non viene negato, ma colto. Dove le ferite non vengono nascoste, ma finalmente ascoltate.


Dr. Maurizio Sgambati

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone

  • Condividi!


P.I. 01577670936
Iscritto all’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia col n. 787 dal 10-09-2005
Contatti
© 2024. «powered by Psicologi Italia». È severamente vietata la riproduzione.