Narcisista e dipendente affettiva: un incastro relazionale tossico

Nel panorama delle relazioni disfunzionali, quella tra una personalità narcisistica e una dipendente affettiva rappresenta uno degli incastri più potenti e dolorosi. Non si tratta semplicemente di una coppia che "non funziona", ma di un legame che si struttura attorno ai bisogni complementari, ferite antiche dinamiche di potere sottili.una danza relazionale in cui uno domina e un altro si annulla, in cui l'amor diventa terreno di manipolazione, idealizzazione perdita di sé.
La personalità narcisistica si caratterizza per un bisogno costante di ammirazione, una scarsa empatia e una tendenza a usare l'altro come specchio del proprio valore. Dietro l'affacciata di sicurezza e grandiosità, si nasconde spesso una fragilità profonda, una ferita narcisistica originaria che viene compensata attraverso il controllo, la seduzione e la svalutazione. Il narcisista non ama l'altro per ciò che è, ma per ciò che rappresenta: una fonte di conferma, un oggetto da possedere, un trofeo da esibire.
La dipendente affettiva, al contrario, vive la relazione come fonte primaria d'identità e sicurezza. Ha bisogno dell'altro per sentirsi viva, valida, degna. Spesso ha interiorizzato, fin dall'infanzia, l'idea che l'amore si ottiene attraverso il sacrificio, la disponibilità totale, la rinuncia a sé. La sua paura più grande e l'abbandono, e per evitarlo, e risposta a tollerare umiliazioni, freddezza, tradimenti. Il suo bisogno di fusione si scontra con il bisogno di distanza del narcisista, generando un ciclo di avvicinamento e rifiuto che alimenta la dipendenza.
Ma perché la dipendente effettiva tratta proprio dal narcisista? La risposta affonda nella radice della sua storia emotiva. Spesso ha avuto figure genitoriali freddi, senti o critiche, da cui ha cercato invano approvazione. Il narcisista, con la sua iniziale idealizzazione suo carisma, sembra finalmente offrire quell'amore e tanto desiderato. La fase iniziale la relazione -fatta di attenzioni, seduzioni e promesse - attiva nel dipendente affettivo un senso di riscatto: ""finalmente qualcuno mi vede, mi sceglie mi ama".
Quando narcisista inizia a ritirarsi, svalutare, manipolare, la dipendente non si allontana. Al contrario, si aggrappa ancora di più. Il suo bisogno non è solo quello di essere amata, ma di guarire la ferita originaria. Cerca di riacquistare il narcisista, ritornare alla fase iniziale, di dimostrare di essere "abbastanza". Ogni gesto di freddezza viene interpretato come colpa propria, ogni distanza come il segnale di inadeguatezza. Il narcisista, vedendo questa dipendenza, rafforza il proprio potere, mentre la dipendente affettiva si perde sempre di più.
Il bisogno che la spinge a restare duplice: da un lato, la paura del vuoto e della solitudine; dall'altro, la speranza di trasformare la relazione in qualcosa di sano, di essere finalmente riconosciuta. È una speranza illusoria, ma potente. La dipendente affettiva non resta perché non vede la disfunzionalità, ma perché crede di poterla cambiare. E in questo tentativo, sacrifica se stessa.
Dal punto di vista psicologico, questa relazione un incastro tra due ferite complementari. Il narcisista teme l'intimità perché la vive come minaccia alla propria autonomia e il proprio controllo. La dipendente affettiva teme la solitudine perché la vive come conferma della propria nullità. Entrambi cercano nell'altro ciò che non riesco a dare a se stessi, ma lo fanno in modo disfunzionale, alimentando un ciclo di dolore frustrazione.
La fuoriuscita da questa dinamica richiede un lavoro profondo. Per la dipendente affettiva, significa riconoscere il proprio valore aldilà della relazione, imparare a stare sola, dire di no, mettere confini. Per narcisista, se è disposto a lavorare su di sé, significa contattare la propria vulnerabilità, accettare l'altro come soggetto e non come oggetto, sviluppare empatia. Ma se spesso, il cambiamento avviene solo quando la relazione si interrompe, ciascuna è costretta a confrontarsi con il vuoto che l'altro riempiva.
Come scrive lo psicoterapeuta Robin Norwood: "le donne che amano troppo ama davvero l'altro. Amano l'idea di essere amate. E per questo si perdono".
In definitiva, la relazione tra narcisista dipendente affettiva è un segnale; un invito a guardare dentro, riconosce le proprie feriti, costruire un amore che non sia dipendenza, ma incontro a tra due soggetti interi. Solo così si può trasformare il dolore inconsapevolezza, e la relazione in crescita.

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone