Neurodivergenze: comprendere il valore della diversità

Neurodivergenze: comprendere il valore della diversità
  • Dr. Maurizio Sgambati
  • 04/10/2025
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Parlare di neuro divergenze significa entrare in un mondo ricco di sfumature, dove il funzionamento del cervello umano si manifesta in modi diversi, spesso sorprendenti. Il termine "neurodivergenza" descrive quelle persone il cui modo di pensare, percepire, prendere e relazionarsi si discosta da ciò che viene considerato "neurotipico", cioè dalla norma statistica. Ma attenzione: non si tratta di un errore, né di una patologia da correggere. È semplicemente una variazione naturale, una forma di diversità neurologica che merita rispetto e comprensione.

Chi vive con una neurodivergenza viene definito neuro divergente. E' un termine che nasce dalla comunità stessa, come risposta a etichette cliniche spesso rigide o stigmatizzaanti. Essere neurodivergenti non significa essere meno capaci, meno intelligenti o meno validi. Significa avere un modo diverso di funzionare, che può comportare delle sfide, ma anche portare con sé risorse uniche, talenti fuori dagli schemi e prospettive originali. Negli ultimi anni si diffuse il concetto di neurodiversità, che propone un cambio di paradigma: non più una visione centrata sul deficit, ma un approccio inclusivo, che riconosce il valore della diversità neurologica. In questa prospettiva, la società non deve "aggiustare" chi è è diverso, ma deve imparare ad accogliere, adattarsi, valorizzare. Perché la ricchezza di una comunità si misura anche nella sua capacità di fare spazio a tutte le menti, non solo a quelle che si conformano agli standard.

Essere neurodivergenti può significare vivere con maggiore intensità sensoriale, avere difficoltà nella comunicazione sociale, faticare a gestire l'attenzione o l'impulsività. Ma può anche voler dire avere una memoria eccezionale, una creatività fuori dal Comune, una sensibilità profonda, una capacità di pensiero sistemico o analitico che arricchisce il lavoro, la scuola, le relazioni.

Il problema non è la neurodivergenza in sé, ma il modo in cui la società la interpreta. Troppo spesso le persone neurodivergenti si trovano a dover mascherare il proprio modo di essere, ad adattarsi a contesti che non li comprendono, affrontare giudizi, esclusioni, barriere invisibili. Per queste è fondamentale promuovere una cultura dell'ascolto, della conoscenza e dell'inclusione.

Comprendere le neurodivergenze non significa solo conoscere delle definizioni cliniche. Significa mettersi in gioco, aprire la mente, riconoscere che esistono tanti modi di essere intelligenti, sensibili, capaci. Significa smettere di chiedere alle persone di cambiare per adattarsi, iniziare a cambiare noi per accoglierle davvero. La neurodiversità non è un limite: è una risorsa. E ogni volta che scegliamo di guardare oltre la norma, stiamo costruendo un modo più giusto, più umano, più ricco.

Le principali neurodivergenze: caratteristiche prospettive

L'autismo, l'ADHD, la dislessia, la discalculia, la disgrafia, la sindrome di Tuorette e, in alcuni casi, condizioni come l'ansia o il disturbo ossessivo-compulsivo, sono le tra le neurodivergenze più conosciute. Ognuno di queste esprime un modo unico di essere nel mondo, con caratteristiche specifiche che meritano di essere comprese, non giudicate. L'autismo, o condizione dello spettro autistico, riguarda il modo in cui una persona percepisce il mondo, comunica e si relaziona. Le persone autistiche possono avere una sensibilità sensoriale molto accentuata: luci, suoni, odori o contatti fisici possono risultare intensi o disturbanti. Spesso mostrano una preferenza per la routine, una forte attenzione ai dettagli e interessi specifici molto profondi. La comunicazione può essere diretta, sincera, a volte priva di filtri sociali, ma non per questo meno autentica. L'autismo è uno spettro: ogni persona è diversa, ne esiste un "modo giusto" di essere autistici.

L'ADHD, o disturbo da deficit di attenzione iperattività, è caratterizzato da un funzionamento cerebrale che può rendere difficile mantenere l'attenzione, gestire l'impulsività o contenere l'iperattività. Ma dietro queste difficoltà si nasconde spesso una mente veloce, creativa, intuitiva. Le persone con ADHD possono pensare in modo non lineare, trovare soluzioni originali, avere una grande energia e passione. Il mondo può sembrarvi troppo lento, troppo rigido. E quando vengono accolte e compresi, possono esprimere un potenziale straordinario.

La dislessia riguardo alla lettura. Non è legata all'intelligenza, ma il modo in cui il cervello elabora le parole scritte. Le persone dislessica Icke possono leggere più lentamente, confondere lettere simili, faticare a codificare testi lunghi. Ma spesso hanno una memoria visiva eccellente, pensano in modo creativo e hanno una spiccata intelligenza emotiva. La dislessia può rendere la scuola difficile, ma con gli strumenti giusti - mappe concettuali, sintesi vocali, tempi personalizzati - diventa solo una diversa modalità di apprendimento.

La discalculia riguarda la difficoltà nel comprendere e gestire i numeri. Le persone con questa neuro divergenza possono faticare con le operazioni matematiche, la memorizzazione delle tabelline, la gestione del tempo o del denaro. Ma questo non significa che non possono avere successo in ambiti scientifici o logici: spesso sviluppano strategie alternative, pensiero visivo e grande capacità di problem solving. La discalculia è poco conosciuta, ma merita attenzione supporto, soprattutto in ambito scolastico.

La sindrome di Tourette è una condizione neurologica caratterizzata dalla presenza di tic motori e vocali involontari. Questi tic possono variare nel tempo, essere più o meno intensi, e spesso peggiorano in situazioni di stress. Le persone con Tourette sono perfettamente consapevoli dei loro tic, ma non sempre riescono a controllarli. Vivere con questa condizione richiede pazienza, comprensione e un ambiente che non giudichi.molti individui con Tourette sono brillanti, ironici, sensibili, e capaci di affrontare la vita con grande forza.

Infine, in alcuni contesti, anche condizioni come l'ansia di isolare depressione o disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) vengono considerate forme di neurodivergenza soprattutto quando sono croniche e influenzano profondamente il modo in cui una persona vive e interpreta il mondo. L'ansia può render difficile affrontare situazioni sociali, la depressione può alterare la percezione di sé e degli altri, l'OCD può portare a rituali mentali o comportamenti che sembrano incomprensibili dall'esterno ma dietro queste manifestazioni c'è sempre una persona che cerca equilibrio, sicurezza, senso.

Ogni neurodivergenza è un modo diverso di essere nel mondo. Non si tratta di correggere, ma di comprendere. Non di normalizzare, ma di valorizzare. Perché la mente umana e plurale, e ogni diversità è una possibilità in più di arricchire il nostro sguardo sulla vita.


Dr. Maurizio Sgambati

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone

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