5 strategie per gestire l'ansia

Ci sono persone che nascono geneticamente predisposte a sviluppare un disturbo d'ansia ma anche un contesto familiare particolarmente apprensivo ed esperienze imprevedibili della vita sono elementi fortemente determinanti nello sviluppo di questo disagio psicologico.
Così accade che una persona possa essere portata più facilmente rispetto ad altre a fare pensieri ansiogeni, a rimuginare su situazioni di vita, a generare dubbi su dubbi sino a sentirsi fortemente spaventata e bloccata.
Quando l'ansia raggiunge livelli incontrollabili si possono sviluppare fobie, ossessioni, attacchi di panico che inducono la persona ad evitare certe attività, luoghi e persone.
L'ansia quindi, così come ho espresso in un mio precedente articolo, è innanzitutto un pensiero, uno stato di forte preoccupazione, per le conseguenze negative immaginate a seguito di un evento. La persona teme che in alcune circostanze potrebbe non riuscire a svolgere efficacemente una certa prestazione (parlare in pubblico, sostenere un esame, fare amicizia) e che in seguito all'insuccesso verrà criticata, ferita, derisa, esclusa, abbandonata.
Continuando ad anticipare mentalmente l'esito negativo dell'esperienza con il pensiero "e se…" la persona si blocca del tutto alimentando il dubbio circa le sue capacità senza andare a verificarle raccogliendo dati di realtà.
L'intensità della paura associata a questi pensieri irrazionali (svalutazione di sé) fa sì che la persona trascuri informazioni utili a gestire al meglio la situazione problematica. Quando una persona è in ansia è più propensa a percepire minacce nell'ambiente circostante di quanto farebbe in una situazione di rilassamento. L'ansia quindi limita la persona nel fare esperienze di vita positive, nello scoprire il suo vero potenziale, incide sulla qualità delle sue relazioni interpersonali.
La paura ed il conseguente blocco nell'azione nascono da un’interpretazione errata della realtà e delle proprie capacità. Solitamente si tratta di situazioni che sono esageratamente percepite in termini negativi; questa visione pessimistica però non rappresenta ciò che può accadere effettivamente nella realtà. Le conseguenze negative che la persona immagina nel fare una certa cosa sono amplificate a dismisura.
Per cambiare modo di agire, uscire dalla situazione di stallo dettata dalla paura delle conseguenze, è fondamentale modificare il proprio modo di pensare e rivalutare in modo più oggettivo le proprie percezioni circa se stessi, la situazione, le conseguenze e il giudizio che potrebbero derivare dagli altri.
Ad esempio, se durante una presentazione in pubblico la persona che sta parlando si convince che la sua performance andrà male e che farà una figuraccia, le reazioni fisiologiche del suo corpo, lo stato di allerta che percepisce e la paura non faranno altro che aumentare l'ansia e le probabilità di mostrarsi impacciata. Viceversa, se la persona accetta di essere nervosa, accoglie come normale il proprio sentire interiore senza però dargli troppa enfasi, sdrammatizzando e pensando "sto comunque facendo bene

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone