Il ciclo dell'Ansia e dell'attacco di Panico

Molte persone che si rivolgono a me in cerca di aiuto lamentano di soffrire di ansia o di attacchi di panico.
Non sanno spiegare il motivo di tale malessere e hanno una grande paura di sperimentare ulteriori crisi. Vivono in perenne allarme, col terrore di impazzire e perdere il controllo di se stesse; non si rilassano mai, limitano la propria vita sociale. Sentono di essere in balia di qualcosa di inspiegabile e fuori dal loro controllo. Non si rendono conto che sono le loro percezioni distorte sugli eventi, il loro stile di pensiero, i loro atteggiamenti e le strategie che usano a determinare l'attacco di ansia e panico. L'arrivo, la gestione e la scomparsa dei sintomi è in loro potere ma non conoscono il meccanismo che genera tutto ciò, quali errori è necessario evitare e come affrontare in modo diverso il disagio.
Ecco quindi che in seduta spiego il mio personale modello concettuale del ciclo dell'ansia-panico. Tale modello prende spunto da teorie già esistenti, come l'ABC di Ellis, ma con alcune varianti. Ciò che osservo è che già ad una prima comprensione del funzionamento si sentono meglio e più motivate a lavorare su di sé per confrontarsi con il loro problema. Ciò che realizzano è che possono avere potere sul loro disagio: sono loro che lo determinano e che quindi possono imparare a gestirlo o prevenirlo. All'origine di tale funzionamento ci sono motivazioni e storie di vita diverse. È importante non solo la gestione ma anche la comprensione analitica del perché quelle persone hanno imparato a funzionare così: dove? quando? e soprattutto qual è stata l'utilità di imparare tale modello oggi disfunzionale ma con tutta probabilità utile nel loro passato?
Questo modello l'ho chiamato "S.P.E.C." poiché è l'acronimo delle parole chiave che descrivono il flusso, i passi che stanno alla base del meccanismo: situazione, pensiero, emozione e comportamento. Inoltre è una parola facile da ricordare poiché associabile a un noto tipo di prosciutto... rimane in mente in modo facile.
Vediamo nel dettaglio il meccanismo che porta all'attacco di ansia/panico: S-P-E-C
S). Situazioni o eventi reali o immaginari: andare al lavoro, in macchina, socializzare con gli altri, situazioni in cui è necessario rivelare ciò che si pensa o sente. Sono per lo più eventi comuni o problemi quotidiani percepiti come stressanti. Di fatto la reazione di ansia non si verifica di fronte a situazioni gravi poiché la persona agisce per affrontare l'evento contingente senza doverci pensare troppo. L'ansia si collega ad eventi minori o a situazioni di fantasia.
P). Pensieri irrazionali. I pensieri influenzano il modo in cui le persone si sentono. Si tratta spesso di persone che hanno dovuto imparare a controllare gli eventi, darsi da fare, prevedere l'andamento delle cose per far fronte alla paura di non farcela, di essere giudicati male... Spesso bambini non contenuti nella loro paura o cresciuti da soli. Non gli è stato insegnato a stare nel qui-e-ora, a fidarsi delle loro capacità e ad usarle per risolvere i problemi a mano a mano che si presentano. C'è un pensiero previsionale negativo, pessimistico.
È ovvio che non siamo in grado di influenzare il corso degli eventi o prevenirli ma possiamo influenzare il modo in cui li interpretiamo, la qualità dei pensieri, riconoscere se sono funzionali o disfunzionali.
I nostri pensieri hanno un effetto molto potente sulle nostre emozioni e quindi si può dire che l'ansia è innanzitutto un pensiero che determina un’emozione. Anche se le persone non sempre ne sono consapevoli è attraverso il loro modo di pensare che determinano come si sentiranno.
Le opinioni, le percezioni e le aspettative di un individuo su di sé, gli altri e sul mondo svolgono un ruolo importante. Una domanda semplice a cui spesso i miei clienti non sanno rispondere è:

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone