Il copione relazionale: la regia invisibile che orienta le nostre scelte

In analisi transazionale, il concetto di copione (script) rappresenta una delle chiavi più potenti per comprendere il modo in cui le persone vivono la propria esistenza. Non si tratta di una semplice sequenza di comportamenti, ma di una struttura profonda e inconscia che guida pensieri, emozioni e relazioni. È una narrazione interna, scritta nei primi anni di vita, che tende a ripetersi nel tempo, spesso con esiti dolorosi apparentemente inevitabili.
Il bambino, immerso nel suo ambiente relazionale, interiorizza messaggi espliciti e impliciti, regole familiari, aspettative e divieti. Per adattarsi ottenere amore, sicurezza o approvazione, prende decisioni precoci su sé stesso, sugli altri e sul mondo. Queste decisioni, emotive più che razionali, si cristallizzano in convinzioni profonde: "per essere amato devo compiacere", "se mi avvicino vengo ferito", "l'amore è instabile", "non posso fidarmi". Da queste convinzioni nasce il copione: una trama esistenziale che orienta le scelte, e aspettative e persone fallimenti.
Alcuni copioni si manifestano in modo ricorrente drammatico, lasciando dietro di sé una scia di relazione interrotte, sofferenza ripetute e ruoli che sembrano riproporsi ciclicamente: eccone alcuni tra i più significativi:
1. Il copione del traditore è forse uno dei più dolorosi da osservare. Chi lo incarna tende a ripetere relazioni assegnate da una sequenza costante: tradimento, scoperta, distruzione del legame e sostituzione. Questo schema non è casuale né semplicemente frutto di superficialità. È il riflesso di una ferita profonda, di una paura dell'intimità, di una difesa contro l'abbandono. Il tradimento diventa una strategia per evitare la vulnerabilità, la scoperta una conferma del proprio senso di colpa, la rottura una fuga dal contatto autentico, e la sostituzione un modo per anestetizzare il vuoto.
2. Il copione del salvatore si manifesta in chi si lega partner fragili, problematici o dipendenti, cercando di "aggiustarli". Questo ruolo può derivare da un bisogno di sentirsi indispensabili per ottenere amore, spesso a scapito del proprio benessere. Il salvatore si sacrifica, si sovraccarica, e spesso finisce per sentirsi sfruttato o non riconosciuto, confermando la sua convinzione di fondo: "valgo solo se mi prendo cura dell'altro".
3. Il copione del perseguitato è tipico di chi si trova ripetutamente in relazione dove viene tradito, svalutato abbandonato. Spesso il riflesso di una posizione esistenziale "io non ok, tu ok" interiorizzata nell'infanzia. La persona si lega a partner che confermano la sua indegnità, e ogni rottura diventa una prova ulteriore del fatto che "non merita amore".
4. Il copione del rinunciatario si manifesta in chi interrompere l'azione o progetti appena iniziano a funzionare. Sabato il proprio successo, si ritira quando le cose si fanno serie, e spesso vive una vita "in potenziale", senza mai realizzarsi pienamente. Può derivare da un messaggio interno come "non meriti" o "non devi superare gli altri", trasmesso da figure genitoriali invidiose, e competitive svalutanti.
5. Il copione del compiacente incarnato da chi si adatta costantemente all'esigenze dell'altro, rinunciando ai propri bisogni e desideri. Vive nella paura del conflitto, nella ricerca dell'approvazione, e spesso si perde nella relazione. Il messaggio interno è: "se dico di no, non mi ameranno".
6. Il copione della ribelle invece si oppone sistematicamente ogni forma di legame, autorità o stabilità. Rompe, sfida, si allontana. Ma dietro alla ribellione si nasconde spesso una profonda paura di essere controllato, invaso o annullato.
Questi copioni non sono scelti consapevolmente, ma agiti come se fossero inevitabili. La persona li vive come destino, ma in realtà sono ripetizioni di antiche strategie di sopravvivenza emotiva. Il copione agisce come una regia invisibile: orienta le scelte, seleziona i partner, costruisce le aspettative e spesso conferma le paure.
La fuoriuscita dal copione non è immediata, ma è possibile. Il primo passo è la consapevolezza: riconosce i propri schemi, le emozioni dominanti, le credenze limitanti. In terapia, soprattutto in un percorso di analisi transazionale, si lavora per risalire all'origine del copione, identificare i messaggi genitoriali interiorizzati e le decisioni infantili che lo hanno generato. L'obiettivo è attivare la parte adulta della personalità, capace di valutare la realtà, di scegliere consapevolmente e di interrompere la ripetizione automatica.
Uscire dal copione significa anche sperimentare nuove modalità relazionali, basati su autenticità, reciprocità e libertà. È un processo che richiede tempo, coraggio e sostegno, ma che può portare una vita più coerente con i propri desideri profondi. Come scrive Fanita English, una delle grandi voci dell'analisi transazionale: "il copione è una storia che ci protegge, ma che ci imprigiona. Solo quando la riconosciamo possiamo scegliere di scrivere un finale diverso"
Il copione non è una condanna, ma una traccia. E ogni traccia può essere trasformata, se ci si concede il diritto di riscrivere la propria storia con maggiore verità e libertà.la psicologia non offre risposte semplici, ma strumenti per comprendere, scegliere e cambiare. Perché ogni vita merita di essere vissuta, non recitata..

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone