Il Genitore Critico Interiore: la voce che giudica

Nel panorama della psicologia, e in particolare dell'analisi transazionale di Eric Berne, il concetto di genitore critico interiore rappresenta una delle chiavi più potenti per comprendere il modo in cui ci relazionano con noi stessi. Non si tratta di una figura esterna, ma di una parte della nostra struttura psichica che si è formata nel tempo, attraverso l'interiorizzazione di messaggi, di regole, divieti e giudizi ricevuti durante l'infanzia.
Il Genitore Critico è quella voce interna che ci rimprovera, che ci corregge, che ci fa sentire "sbagliati" o "non abbastanza". È il residuo di un sistema educativo, familiare o sociale che ha privilegiato il controllo, la disciplina, la conformità. Può manifestarsi con frasi interiori come: "non sei capace", "dovevi fare meglio", "non meriti", "sei troppo emotivo", "non devi sbagliare".
Queste affermazioni, spesso inconsapevoli, diventano il sottofondo costante della nostra esperienza emotiva, influenzando l'autostima, la motivazione e la qualità delle relazioni. Da un punto di vista psicologico, il Genitore Critico non è cattivo in sé. La sua funzione originaria è protettiva: serve a guidare, a evitare pericoli, a mantenere l'ordine.
Tuttavia, quando questa parte diventa eccessivamente rigida, punitiva o svalutante, può generare un conflitto interno che paralizza la crescita. Il sé adulto, invece di agire con libertà e consapevolezza, si trova costantemente sotto esame, il dinamica di autocensura e perfezionismo. Molti disturbi psicologici, come l'ansia, la depressione, i disturbi ossessivi o i disturbi del comportamento alimentare, trovano nel Genitore Critico una radice profonda. La persona non si sente mai abbastanza, vive in uno stato di tensione continua, teme il giudizio e fatica a riconoscere il proprio valore. In questi casi, il lavoro terapeutico consiste nel riconoscere quella voce, darle un volto, comprenderne l'origine e iniziare a dialogare con essa.
L'analisi transazionale propone un modello tripartito della personalità: Genitore, Adulto e Bambino. Il Genitore Critico è solo da parte del genitore, che può essere anche affettuoso, normativo, protettivo. Il compito dell'adulto è quello di mediare, di valutare se i messaggi del Genitore Critico sono ancora validi, utili, coerenti con la realtà attuale. Spesso, ciò che ci giudica non è la nostra coscienza, ma un eco del passato che non abbiamo mai messo in discussione.
Liberarsi dal Genitore Critico non significa eliminarlo, ma trasformarlo. Significa sostituire il giudizio con la comprensione, la punizione con la responsabilità, la rigidità con la flessibilità. Significa, in fondo, diventare genitore di se stessi: capace di contenere, di guidare ma anche di accogliere e valorizzare. Come scrive Thomas Harris, autore di io sono ok, tu sei ok: "il cambiamento più profondo avviene quando smettiamo di ascoltare la voce che ci dice chi dovremmo essere, e iniziamo a scoprire chi siamo davvero".
Riconoscere il Genitore Critico interiore è il primo passo verso una vita più autentica, libera e gentile. È un atto di coraggio, ma anche di amore verso se stessi. Perché solo quando smettiamo di giudicarci possiamo davvero iniziare a vivere.

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone