Il Bambino Impaurito nell’Adulto Compiacente: Il Dolore Silenzioso dell’Iper-Adattamento

Il Bambino Impaurito nell’Adulto Compiacente: Il Dolore Silenzioso dell’Iper-Adattamento
  • Dr. Maurizio Sgambati
  • 02/10/2025
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Ci sono adulti che vivono con una gentilezza impeccabile, una disponibilità costante, una capacità quasi automatica di capire e anticipare i bisogni altrui. Apparentemente sereni, spesso stimati per la loro sensibilità e affidabilità, nascondono però un malessere profondo, difficile da nominare. Sono persone iper-adattate, cresciute imparando che per essere accettate dovevano reprimere sé stesse. Dietro il sorriso compiacente, c’è spesso un bambino impaurito che non ha mai smesso di cercare sicurezza.

 

Dal punto di vista clinico, l’iper-adattamento è una strategia di sopravvivenza appresa precocemente. In contesti familiari dove i bisogni emotivi venivano ignorati, criticati o fraintesi, il bambino impara che esprimere ciò che sente è pericoloso. Per evitare il rifiuto, la punizione o il conflitto, sviluppa un comportamento accomodante, rinuncia alla spontaneità e si conforma alle aspettative esterne. Questo meccanismo, se non elaborato, si cristallizza nell’età adulta sotto forma di compiacenza cronica, difficoltà a porre limiti, incapacità di riconoscere i propri desideri.

 

La persona iper-adattata non sa cosa vuole, ma sa perfettamente cosa gli altri si aspettano da lei. Vive orientata verso l’esterno, regolando il proprio comportamento in funzione del consenso, della quiete relazionale, della "giustizia" altrui.

Il proprio senso di identità è spesso fragile, costruito attorno al dovere, alla performance, alla cura degli altri. L'autenticità viene sacrificata in nome della sicurezza.eppure, questa sicurezza è illusoria: il prezzo da pagare è un senso di vuoto, di insoddisfazione, di alienazione da sé.in terapia queste persone arrivano spesso con sintomi vaghi: ansie, stanchezza cronica, difficoltà relazionali, depressione mascherata. Ma sotto la superficie, emerge una storia di negazione emotiva, bisogni non ascoltati di una voce interiore che non ha mai avuto spazio. Il lavoro clinico consiste nel riconoscere quel bambino impaurito, di accoglierlo, legittimarlo. Non si tratta di correggere il comportamento compiacente ma di comprendere da dove nasce, quale funzione ha avuto e come può essere trasformato.

Il percorso verso l'autenticità è spesso doloroso. Implica la rottura di schemi profondi, la messa in discussione i ruoli familiari, la riscoperta desideri rimossi. Significa imparare a dire "no", tollerare il disagio del conflitto, a scegliere ciò che è giusto per sé, anche se non è giusto per gli altri. Significa, soprattutto, imparare ad ascoltare i propri bisogni, a riconoscere come legittimi, a dar loro voce. 

Questo risveglio non avviene sempre in modo lineare. Spesso è preceduto da una crisi: un evento che rompe l'equilibrio apparente, che mette in luce la distanza tra ciò che si è e ciò che si vive. Può essere una rottura affettiva, un burnout, una malattia o semplicemente un senso di "non ce la faccio più". E in quel momento che il bambino è impaurito, chiede di essere visto, non più come un problema, ma come una parte vulnerabile e autentica dell'identità.

Dal un punto di vista terapeutico, è fondamentale creare uno spazio sicuro in cui la persona possa esplorare la propria storia emotiva, riconoscere i modelli relazionali interiorizzati, sperimentare nuovi modalità di espressione. Tecniche come la terapia del sé, l'approccio centrato sulla persona, la terapia integrata o il lavoro sul corpo possono facilitare questo processo. L'obiettivo non è diventare "meno gentili", ma più veri. Togliere la maschera del "fare" per essere accettati, dell'essere visti a condizione che… , smettere di essere dei bravi bambini in un corpo di adulto. Ciò non significa rinunciare alla cura degli altri, ma includere se stessi nella cura.

La libertà emotiva non è un atto di ribellione, ma di riconciliazione. È il momento in cui l'adulto smette di vivere per evitare il dolore del bambino, inizia a vivere per sé. È il passaggio dalla sopravvivenza all'esistenza autentica. In questo passaggio, ogni bisogno ritrovato è un atto di guarigione.

 

 


Dr. Maurizio Sgambati

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone

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