Gli individui che abitualmente giocano a fare la vittima scelgono questo ruolo nella loro vita per diversi morivi:
1. Ottenere l’attenzione;
2. Influenzare e controllare il modo di pensare, agire e sentire di qualcuno;
3. Giustificare atteggiamenti inadeguati che hanno attuato nei confronti di qualcuno a cui attribuiscono il ruolo di persecutore.
Nonostante abbiano diverse opportunità per riscattarsi e smettere di lamentarsi queste persone non hanno l’intenzione di modificare la loro posizione di “persona perseguitata” poiché, paradossalmente, amano questo ruolo. I principali tratti distintivi di coloro che scelgono il ruolo di vittima sono:
- La tendenza a manipolare o maltrattare gli altri verbalmente o fisicamente. In tal modo provocano l’abuso al fine di identificare un “capro espiatorio” da incolpare per i loro insuccessi di vita.
- Cercano di influenzare le altre persone suscitando compassione al fine di ricevere sostegno.
- Creano legami di amicizia o relazioni intime ed affettive con chi manca loro di rispetto, li maltratta o abusa con lo scopo inconscio di confermare la loro posizione di vita ovvero che sono persone sfortunate.
- Evitano di prendersi delle responsabilità, delegano decisioni che li riguardano, così da poter incolpare gli altri quando le cose vanno male.
- Dietro al bisogno di dare molto agli altri c’è l’elevata aspettativa di ricevere altrettante attenzioni e cure.
- Ritengono che il mondo sia un posto brutto abitato da gente di cui non ci si può fidare.
- Raccontano delle loro disgrazie e di quanto gli altri non siano in grado di comprenderli e di quando si approfittino della loro gentilezza e disponibilità senza contraccambiare.
Quali sono gli aspetti ricorrenti in una relazione con una persona che gioca a fare la vittima?
All’inizio della relazione fa sentire l’altro una persona importante e preziosa dal momento che fa credere al partner di essere in grado di prendersi cura dei suoi bisogni. Si mostra affidabile e si sforza di soddisfare le promesse fatte e di portare a termine qualsiasi attività o favore gli si chieda.
E’ una persona molto accudente, estremamente disponibile, protettiva che elargisce cura e nutrimento con lo scopo di avviare una relazione che però avrà un finale spiacevole.
La sensazione che si ha è di non essere sicuri che l’amicizia, la gentilezza e la disponibilità siano genuine. Vi è il sospetto che nasconda un intento manipolatorio.
Quando il gioco “povero me“ della vittima si palesa la controparte sperimenta rabbia ed aggressività.
A volte arriva ad aggredire o arrecare danno al suo partner etichettato ingiustamente come “persecutore”. La vittima giustifica le sue aggressioni verso il partner poiché ritiene di avere il diritto di vendicarsi per torti e maltrattamenti subiti ingiustamente.
Provoca negli altri reazioni e comportamento aggressivi minimizzando o ignorando il proprio ruolo determinante nell'evoluzione negativa della relazione.
Come evolve la relaziona con una persona che gioca a “povero me”?
Inizialmente, in relazione con la persona tendente al vittimismo le sensazioni sono piacevoli ma le attenzioni esagerate possono spingere la maggior parte dei partner relazionali a sganciarsi da un rapporto che ha le caratteristiche della dipendenza infantile. Quando un partner mostra distacco o più semplicemente il bisogno di spazi di sana autonomia la “vittima” si sentirà messa da parte, risentita ed inizierà a manifestare i segnali di protesta e a lamentarsi di non essere capita e ricambiata.
Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.