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Personalità comunicative e come affrontarle

La nostra personalità, intesa come il pattern di comportamenti e credenze che ci caratterizzano, influenza direttamente il modo in cui comunichiamo. Essendo stabile nel tempo  la personalità rende le persone abitudinarie sia rispetto alle proprie convinzioni, talvolta limitanti, sia rispetto ai comportamenti che adottano a livello comunicativo. 

Può essere utile distinguere le personalità sulla base dello stile comunicativo in modo tale da essere in grado di adeguare la nostra comunicazione in base a chi ci troviamo di fronte; ciò ci permette di farci comprendere e di comprendere in modo più fluido soprattutto dalle persone che hanno uno stile molto diverso dal nostro.

È interessante sapere trattare con i comunicatori tossici, quelle persone che vogliono solo discutere o pensano di avere sempre ragione. 

Ci sono tre abilità che stanno alla base di una comunicazione efficace e fluida: pazienza, fiducia ed empatia. Possiamo distinguere 8 personalità differenti dal punto di vista comunicativo:

 

 

1. L’INDECISO: si tratta di una persona insicura e piena di dubbi a tal punto che per comprenderla è necessario un ascolto molto attento. Mantiene aperte molte opzioni e possibilità per non incorrere in errore e non avere rimpianti. L’indeciso è in difficoltà anche nelle piccole scelte quotidiane. La difficoltà nel comunicare con una personalità di questo tipo sta nel fatto che la sua insicurezza ed il suo non decidere può indurre l’interlocutore ad attivarsi al suo posto. Ciò comporta il fatto che quella persona non impara a prendersi la responsabilità delle sue scelte e ciò impedisce la sua crescita ed il superamento dell’insicurezza. In tal modo, attivandosi per l’altro lo si mantiene in una condizione di dipendenza. L’approccio migliore in tal caso consiste nel mantenere la calma, usare l’ascolto e la comprensione empatica per incoraggiare quella persona ad identificare le sue priorità evitando di scegliere al suo posto. La sua difficoltà sta nel focalizzarsi su aspetti poco rilevanti, su un processo di iper-analisi ed iper-dettagliamento che crea solo confusione e stagnazione.

 

2. IL SILENTE: questo tipo di persona non offre alcun indizio sulle proprie emozioni, sia positive che negative. Tiene tutto dentro, comprese le sue opinioni. Si tratta di una persona che sta sulla difensiva ed è sospettosa. Mentre osserva, analizza con molta attenzione la situazione che ha attorno e le dinamiche tra le persone. L’approccio migliore in tal caso consiste nell’essere amichevoli, nel mostrare interesse pur cercando di tollerare silenzi che potrebbero essere imbarazzanti. Si può mostrare interesse facendo domande semplici a riposta chiusa del tipo “si o no”. Dal momento che si tratta di una persona che parla poco la tendenza potrebbe essere quella di pensare che non stia ascoltando o non abbai interesse per ciò che gli si dice; da qui è assai facile perdere il controllo, alzare la voce o fare una scenata. Questo atteggiamento va evitando poiché induce ad una ulteriore chiusura trattandosi di una persona a disagio nel relazionarsi e probabilmente intimorita dal ricevere possibile critiche nel momento in cui si espone. Allo stesso modo, quando si impegna in una conversazione è importante non interromperla, criticarla o contestarla.

 

3. L'EGOCENTRICO: si tratta di una persona che è convinta di sapere tutto di ogni cosa e quindi partecipa attivamente ad ogni conversazione esprimendo in modo forte la propria opinione. Non accetta consigli e cerca di controllare ogni situazione. Si tratta di una modalità comunicativa tossica poiché è capace solo di accettare lodi in merito alle propria dialettica ed in riferimento alle conoscenze che possiede sugli argomenti delle conversazioni; ignora e svaluta ciò che affermano gli altri. Per comunicare con questo tipo di personalità è opportuno rimanere molto oggettivi e concreti, allo stesso tempi assertivi nel sostenere le proprie conoscenze con i fatti. Se non si è sicuri di riuscire a gestire questo tipo di personalità anziché troncare la conversazione può essere utile semplicemente ascoltare, senza entrare in uno scontato ed inutile conflitto di posizioni, per facilitare un'interazione positiva. E’ più opportuno evitare di interrompere bruscamente la conversazione, discutere o mostrare impazienza o incertezza.

 

4. IL RIFLESSIVO: questo tipo di persona tende a cercare una grande quantità di informazioni sull'argomento di discussione. Quando comunichiamo con questo tipo di persona è fondamentale armarsi di una buona dose di pazienza mentre richiede molte e particolareggiate informazioni. E’ necessario dargli il tempo di pensare e nel frattempo adattarsi suo lento ritmo di rielaborazione per riuscire a sostenere una conversazione fluida; la sua flemma e pignoleria potrebbero farci innervosire. E’ utile evitare di fargli pressione o mettere fretta. Si tratta della personalità più adatta per chi svolge il ruolo di consulente poiché possiede una grande abilità nell’analizzare opzioni diverse, dettagli e sottili sfumature.

 

5. IL LOQUACE: Questa persona ama parlare di qualsiasi cosa. E’ capace di passare agilmente da una conversazione leggera ad una su temi importanti senza alcuna difficoltà. E’ dotata di una buona dialettica sostenuta da conoscenze specifiche e vasta cultura. Questa versatilità richiede che l’ascoltatore presti particolare e costante attenzione. Si tratta di una personalità spiccata che legge e si in forma un pò di tutto. Nella conversazione si partecipe, coinvolto ed interessato a ciò che gli altri hanno da dire proprio perché ha una spiccata curiosità senza limiti. Quando si comunica con questo tipo di personalità è necessario rimanere su argomenti concreti per evitare che divaghi all’infinito viste le sue vaste conoscenze e le spiccata dialettica. È importante mantenere l’entusiasmo e non apparire stanchi o annoiati.

 

6. L’AFABULATORE: si tratta di un altro tipo di personalità difficile da gestire. E’ una persona a cui piace discutere di tutto ma anche contraddire e polemizzare. Le conversazioni possono quindi essere pesanti e farci sentire esasperati, confusi o colpevoli. Quando l’afabulatore parla lo fa per mostrarsi superiore e mettere a prova la pazienza altrui. Si tratta di un gioco in cui vuole uscirne vincitore e sminuire chi gli sta accanto. Gli piace mostrarsi raccontando storie inverosimili, spesso surreali. È importante difendersi e fornire fatti che supportano le nostre opinioni in modo da non essere calpestati dal suo ego o dalla sue menzogne. È meglio evitare argomenti troppo complessi ed allo stesso tempo non adottare un atteggiamento sarcastico o critico.

 

7. IL TIMIDO: si tratta di una persona riservata che non guarda negli occhi il suo interlocutore. La loro postura ingobbita comunica insicurezza. E’ in difficoltà ad iniziare una conversazione, fatica a fare domande o interventi in pubblico per la paura di essere deriso. Il timido è una persona ansiosa e spaventata dall’interagire con gli altri, soprattutto in grandi gruppi ed in situazioni nuove. L’approccio migliore in tal caso consiste nell’incoraggiare questa persona, rimandargli i suoi aspetti positivi affinché si senta a suo agio, accolto positivamente e possa aprirsi. La chiave è mantenere un'atmosfera calma e rilassata e costruire progressivamente il contatto visivo in modo che non si senta sopraffatto da questo tipo di comunicazione non verbale. È meglio non provare a bloccarlo in un contatto visivo fisso poiché può sentirsi minacciato e chiedersi in se stesso.

 

8. LO SCETTICO: questo tipo di personalità comunicativa è tossica. Sta sempre sulla difensiva, sottolinea solo gli elementi negativi e minimizza gli aspetti buoni di una situazione. Si tratta di una persona non incline a cambiare opinioni, rigida, e quindi è piuttosto difficile che si mostri davvero interessato a discutere sul qualche tema specifico. Teme di essere raggirato o manipolato perciò conversare con un scettico implica non dargli la possibilità, con frasi vaghe, di interpretare erroneamente quanto gli si dice. Ha la tendenza a mal intendere i messaggi e cercare cattive intenzioni in ogni interazione sociale. E’ necessario quindi porsi in modo fiducioso ed ematico ma cauto. È importante non abbandonare mai la conversazione dal momento che così facendo userebbe tale comportamento per rinforzare la convinzione di non riceve abbastanza attenzioni e che l’interlocutore non sia realmente interrato ma nasconda secondi fini.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.