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Ritrovare la pace con il perdono

Tutti in qualche occasione della vita abbiamo sperimentato del dolore per essere stati lasciati, traditi, maltrattati da una persona della quale ci fidavamo.

Quando non riusciamo a perdonare rimaniamo legati e prigionieri del male e delle ferite emotive che ci sono state inferte, in modo più o meno volontario, da una persona significativa della nostra vita: partner, amico, familiare. Il rancore e la rabbia ci possono lasciare invischiati per molto tempo nel ricordo dell’evento doloroso subito, nell’infelicità e nel disagio. 

Il perdono ha il potere di restituire la libertà e la felicità ad una persona ferita, delusa, tradita; permette di andare avanti e chiudere con il passato.

 

Come si fa a smettere di rivivere continuamente l’evento doloroso? Come possiamo veramente lasciar andare ciò che è accaduto e tornare a vivere serenamente?

 

Innanzitutto dobbiamo prendere in considerazione il fatto che non è possibile cambiare il passato e neppure cambiare le persone. Perdonare non significa cancellare o dimenticare ciò che è accaduto e ci è stato fatto ingiustamente e neppure accusare qualcuno per le proprie mancanze, gli errori o i difetti per invitarlo a cambiare comportamento.

Il perdono ha a che fare con noi e con nostra capacità di accettare la situazione cosi come essa è o è stata, con la capacità di lasciar andare la rabbia e il dolore per vivere in modo migliore e più sano per noi stessi. Per raggiungere il perdono dobbiamo:

 

  • Guardare al nostro ruolo giocato nella situazione che si è creata e ci ha portato delusione e dolore. E’ davvero facile accusare ed attribuire la responsabilità in toto a qualcuno, e alle volte è proprio cosi. Tuttavia, è importante guardare realisticamente ad una situazione problematica per valutare se in qualche modo anche noi abbiamo giocato un ruolo, anche marginale, che possa aver contribuito allo svolgersi degli eventi. Che cosa avremmo potuto fare diversamente? Siamo parzialmente responsabili? Se abbiamo qualche responsabilità dobbiamo essere in grado di accettare di aver in qualche modo permesso all’altro di prendersi gioco di noi. L’assunzione di una parte di responsabilità rende un po' più facile prendere in considerazione il suggerimento successivo;
  • Essere empatici: non è casi facile uscire dal proprio egocentrismo e dal proprio dolore per cercare di cogliere il vissuto emotivo di chi ci ha deluso e delle sue ragioni. Spesso guardando alla storia di quella persona possiamo trovare spiegazione dei suoi agiti, delle sue reazioni emotive. Dobbiamo cercare di vedere le cose dal punto di vista dell'altra persona; in particolare quali erano le sue reali intenzioni al di la dei comportamenti visibili, quali erano i  suoi bisogni, cosa si nasconde dietro ad un certo comportamento. E’ utile fare uno sforzo non per giustificare e riaccogliere necessariamente l’altro nella propria vita ma almeno per trovare sollievo nella comprensione dei motivi latenti. Provate a considerare come l’altro si è sentito all’epoca dei fatti e cosa può provare ora. Se riusciamo a capire l’altro dal profondo ed in modo empatico al di la del nostro dolore sarà più facile per noi perdonare e lasciar andare quella persona.
  • Ricordare che ognuno ha potere e controllo su di se: nessuno ha il controllo sulle nostre emozioni, siamo noi responsabili di ciò che sentiamo in funzione di ciò che ci accade attorno. Le nostre reazioni emotive dipendono da quanto decidiamo di dare peso a ciò che ci succede: possiamo mettere distanza emotiva oppure starci male. Allo stesso modo nessuno ha il potere di farci rimuginare sul passato se non lo desideriamo. Se siamo bloccati in una situazione passata e dolorosa è perché stiamo facendo questa scelta ma possiamo anche decidere di andare avanti e perdonare.
  • Andare avanti: dobbiamo assumerci l’impegno con noi stessi di passare oltre. Non per tutti perdonare è facile. Il dolore, il risentimento e la rabbia si elaborano col tempo. Dedicarsi ad altro nel presente ed a progetti futuri permette di dirottare un po' dell’energia mentale blocca nel “la e allora”:
  • Lasciate andare il passato. Il passato è passato e rivive nella memoria a meno che non decidiamo di lascialo sullo sfondo per pensare alle persone significative di oggi.
  • Salutare e augurare del bene: non possiamo affermare di aver perdonato a pieno sin che continuiamo ad augurare cose brutte a chi ci ha danneggiato. Una volta che abbiamo preso la decisione consapevole di perdonare qualcuno, dobbiamo andare avanti. Possiamo continuare a volergli bene da lontano, augurare loro una vita migliore, sperare che abbiano imparato qualcosa dalla relazione con noi, e teneri nel nostro cuore nonostante le cose che ci hanno fatto.

 

Mahatma Gandhi afferma che "i deboli non  possono perdonare: il perdono è una caratteristica dei forti”. Trovare la forza interiore di perdonare gli altri ci permette di riscoprire la felicità e la libertà che meritiamo.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.