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La paura dell'abbandono

Dr. Sgambati Psicologo Pordenone
Dr. Sgambati Psicologo Pordenone

Si definisce ansia abbandonica la paura che una persona ha di essere lasciata quando si trova coinvolta in una relazione affettiva. Le persone che soffrono di questo tipo di disturbo hanno sviluppato durante l’infanzia uno stile di attaccamento insicuro. In particolare instaurano un legame caratterizzato dal bisogno di ricevere attenzioni da parte degli altrui associato alla paura di essere lasciati  soli; tale paura si trasforma in una vera e propria angoscia da separazione. Altri, invece, imparano a gestire la propria ansia dovuta al distacco sviluppando uno stile di attaccamento evitante caratterizzato dall' esigenza di essere autosufficienti in modo da non dover di dipendere da qualcuno e sperimentare altro dolore.

La teoria dell’attaccamento è nata dalle ricerche svolte da John Bowlby e Mary Ainsworth sugli effetti della deprivazione e dell’abbandono materno e la capacità dei bambini di legarsi ad una figura di riferimento ed esprimere affetto ed empatia.

L'attaccamento è quel legame affettuoso che si instaura tra due individui nel corso del tempo. Secondo la teoria dell'attaccamento questo legame affettivo tra le persone è fondamentale per uno sviluppo mentale, sociale ed emotivo sano. Il periodo più importante per determinare lo stile di attaccamento di una persona è attorno ai primi sei anni di vita. Questi primi anni gettano le fondamenta per le future relazioni interpersonali. Il legame che si instaura tra bambino e la sua figura di riferimento (cargiver) dovrebbe fornire al bambino sicurezza, supporto ed affetto.

Eventi come la separazione ed il divorzio, la malattia o l'incapacità di esprimere affetto possono interferire o interrompere il processo di legame naturale tra il bambino e il caregiver. Quando la “figura di riferimento” (madre, padre o altra significativa) non risponde alle paura del bambino con affetto e rassicurazione, perché non è capace o non è presente, il bambino risponderà in uno dei seguenti modi:

 

  • Continuerà  a cercare l'affetto ed il legame che gli è mancato durante l’infanzia in altre figure che difficilmente riusciranno a soddisfare il suo bisogno in sospeso.
  • Diventerà estremamente autosufficiente, dubiterà degli altri e della loro capacità di dargli affetto e stabilità, avrà molta paura di dipendere da qualcuno. 

 

Come un bambino elabora l’assenza o la mancanza di rispondenza affettiva del genitore dipende dalle suo temperamento di base e dalla gravità dell’abbandono; elaborerà lo stile relazionale che riterrà più efficace per adattarsi al suo ambiente e lo riproporrà nella vita di adulto.

 

L’attaccamento evitante: è la riposta all’abbandono che porta le persone spaventate a rifuggire la vicinanza e l’affetto nei rapporti affettivi più coinvolgenti ed impegnativi. Si tratta di persone che prediligono il sesso occasionale poiché non ha alcun impatto emotivo. L’evitamento dei legami affettivi profondi con gli altri aumenta il rischio di sviluppare malattie in grado di ridurre le aspettative di vita (es. il diabete) secondo gli studi condotti dallo Psichiatra Paolo Ciechanowski dell’Università di Washington.

 

L’attaccamento  ansioso: è la risposta all’abbandono che porta le persone alla co-dipendenza (vedi articolo). La paura che il partner li possa lasciare rende queste persone inizialmente riluttanti ad intraprendere un rapporto a lungo termine ma, una volta iniziata la relazione, si legano profondamente rimanendo costantemente in ansia che possa finire, di essere lasciati o traditi. Le persone che hanno sviluppato un attaccamento di tipo ansioso, secondo lo psicologo Chris Farley dell’Università dell’Illinois psicologo, entrano molto in sintonia con le espressioni emotive facciali altrui. Si tratta di persone che sono molto attente nell’interpretare la comunicazione non verbale. 

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.