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L’ottimismo appreso

Psicologo Dr. Sgambati Pordenone
Psicologo Dr. Sgambati Pordenone

Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? 

Questa semplice domanda rivela in modo in cui ciascuna persona guarda alle situazioni di vita e se il suo approccio è ottimista o pessimista. 

La persona pessimista da una connotazione negativa agli eventi che gli accadono e si scoraggia. Questa visione delle cose a lungo termine comporta un alto senso di insicurezza. Si tratta di una percezione irrealistica dei fatti in cui gli elementi si svantaggio vengono esasperati, per effetto di un dialogo interiore negativo, a scapito di una visione più oggettiva dei fatti che in se contengono anche elementi positivi.  

La persona ottimista invece affronta la vita da una posizione di potere personale. Si tratta di persone che guardano alle avversità ed alle sfide come ad occasioni di crescita personale. Non temono gli ostacoli poiché nutrono in se la consapevolezza di possedere le capacità e le risorse necessarie per “cavarsela”.  

Sfortunatamente, la volontà non è sempre sufficiente per risolvere i problemi. Quando le persone ottimiste si trovano di fronte al fallimento sono in grado di circoscriverlo alla specifica circostanza e di considerarlo temporaneo. Non utilizzano quel fallimento per biasimarsi ne per svalutare integralmente se stesse.

Il nostro modo di approcciare alla vita, ottimista o pessimista, è strettamente correlato alle nostre cognizioni ovvero al nostro modo personale di percepire gli eventi, di spiegarli. Dunque allo stile di pensiero appreso dalle interazioni sociali più significative dell’infanzia.

Ciò significa che le persone emulano lo stile di pensiero ed i comportamenti in base a ciò che  hanno osservato nel loro ambiente familiare.

I bambini sono altamente impressionabili e se quindi sono stati cresciuti da genitori che hanno affrontato situazioni stressanti in modo ottimistico è probabile che copino atteggiamenti e comportamenti ottimistici. 

Se un bambino, al contrario è stato per lungo tempo esposto ad una visione negativa delle relazione, sociali, del mondo e di se stesso avrà maggiore probabilità di imparare ad adottare un approccio pessimistico. 

L'impotenza appresa è dannosa per i modelli di pensiero ottimistici, poiché perpetua un atteggiamento di apatia e sfiducia. Le persone indifese credono che qualunque cosa stia accadendo nella loro vita sia fuori dal loro controllo, quindi ritengono di non aver alcun potere per cambiare il corso di una situazione o di fare scelte di vita migliori per se stesse. 

Fortunatamente, questo funziona anche per l’ottimismo appreso. Se i genitori mostrano ai figli un approccio positivo o ottimistico di fronte a fattori di stress, allora questi bambini avranno maggiori probabilità di sviluppare un atteggiamento resiliente e combattivo di fonte alle avversità. 

Lo psicologo Martin Seligman, padre della psicologia positiva, sostiene che chiunque può apprendere l'ottimismo a prescindere dallo stile acquisito nelle prime fasi della sua formazione.

Innanzitutto è necessario valutare la reazione standard della persona in una situazioni negativa. Per fare ciò, Seligman ha creato un modello chiamato ABCDE, che prende spunto dalla teoria di Albert Ellis. 

Il modello di Seligman contempla:

 

  • A: Adversity– Avversità ovvero l'evento che causa lo stress.
  • B: Belief - Convinzioni ovvero il modo in cui la persona interpreta l’evento.
  • C: Consequence - Conseguenze ovvero le azioni messe in atto come riposta alle convinzioni circa l’evento avverso.
  • D: Disputation - Sfida ovvero le risorse e le strategie che la persona usa per sfidare le convinzioni negative che ha dell’ evento avverso e le relative azioni improduttive che sarebbe normalmente portata ad attuare.
  • E: Energizing - Livello di energia posseduto dalla persona dopo aver affrontato la situazione stressante. Quando una persona impara a cogliere gli aspetti di vantaggio di una situazione problematica e quindi ad individuare azioni risolutive utili ad affrontarla si sente più energica e ottimista. Al contrario percezioni negative della situazione portano a reazioni inutili e senso di impotenza.

 

Le persone ottimiste posso contare su un sistema che alimenta la loro energia interiore ed il senso di auto-efficacia nella gestione degli situazioni stressanti. Ciò comporta quindi un generale aumento della produttività e dell’autostima. Si crea quindi un circolo virtuoso per cui più la persona gestisce i pensieri e le convinzioni negative legate alla evento avverso più troverà modi alternativi e utili per gestire le situazione e sentisi padrona della propria vita. 

Per iniziare a influenzare il cambiamento, bisogna prima capire le proprie convinzioni ed i modi in cui la persona è abituata a reagire alle avversità. Un modo efficace per farlo è usare un diario per documentare gli schemi di pensiero (dialogo interiore) e le reazioni naturali alle avversità (fuga, evitamento, aggressività, dipendenza…). Dopo una settimana, o un lasso di tempo utile, il diario dovrebbe essere  sottoposto ad una attenta analisi.

Il passo successivo consta nel identificare pensieri e comportamenti positivi da usare al posto di quelli negativi. 

Con la pratica l’atteggiamento ottimista dovrebbe iniziare ad emergere in modo spontaneo. 

Sebbene possa sembrare facile sulla carta ciò non significa che si tratta di un apprendimento immediato o che si può ottenere in tempi brevi. Si tratta di rivedere i propri processi di pensiero es propri atteggiamenti. A volte per fare ciò è necessario rivolgersi ad un professionista.

Il vantaggio di diventare ottimisti è quello di limitare lo stress e di conseguenza preservare la salute fisica. La maggior parte dello stress è pericoloso per il corpo. Alti livelli di stress portano ad infiammazioni croniche, indebolimento del sistema immunitario, aumento del mal di testa e molti altri sintomi psicosomatici.

Ad onor nel vero, gli ottimisti non sono esenti dallo stress; tuttavia hanno una gestione più efficiente dello stress a tal punto che rientra in tempi più rapidi rispetto alle persone pessimiste. 

Gli ottimisti sono meno soggetti a depressione di media e grave entità, ansia ed altri disturbi psichici rispetto alle persone normali o pessimiste.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.