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Ipnosi e inconscio

L’ipnosi di può definire come quella particolare tecnica che, attraverso uno stato di coscienza modificato, permette di attivare delle risorse potenziali nell’individuo utili a superare sintomi e problematiche. E’ quindi un metodo o un approccio terapeutico che può essere integrato nell’ambito di un percorso di psicoterapia tradizionale di tipo “cognitivo e colloquiale”.

Lo psicoterapeuta induce nel soggetto uno stato di trance, ovvero di profondo rilassamento, per offrire le opportune suggestioni all’inconscio. Sotto la guida del terapeuta, la persona entra in contatto con percezioni interiori, visualizza immagini, ricordi, ed elabora contenuti mentali e significati personali. Con l’ipnosi si può lavorare per ritrovare calma e benessere, ridurre o alleviare sintomi e disagi, modificare comportamenti accedendo all’inconscio, il quale lavora nella direzione desiderata secondo obiettivi terapeutici precisi e concordati. Il tutto avviene nel rispetto di ciò che il soggetto desidera per poter stare meglio e nella direzione di promozione del suo benessere psicofisico.

Durante la trance nel corpo umano avvengono cambiamenti fisiologici osservabili come l’abbassamento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna. Le sensazioni corporee sono intensificate e non sono univoche ma variano da persona a persona; comprendono sensazione di rilassamento, di leggerezza o di pesantezza, torpore, calore... I cambiamenti e le percezioni avvengono spontaneamente e senza sforzo, non c’è nulla che la persona debba provare, percepire, immaginare o sentire per forza. Si tratta di fenomeni soggettivi, più o meno evidenti, che accadono in modo naturale.

Nello stato di trance la respirazione è profonda e, oltre ai cambiamenti esterni osservabili, avvengono modificazioni interne a livello cerebrale. Vi è una prevalenza di onde ALFA legata ad una maggior uso della fantasia e dell’immaginazione. Infatti a seconda del livello di coscienza raggiunto le onde cerebrali sono diverse, possono aumentare o diminuire. Quando una persona è completamente sveglia, vigile e cosciente usa le onde BETA, più veloci. Quando invece ci si trova in trance le onde sono più lente, di tipo ALFA esattamente come quando ci troviamo nel limbo tra sonno e stato veglia. Le onde ALFA sono associate a calma e creatività. Le funzioni dell’emisfero cerebrale sinistro, che è maggiormente interessato dalla logica, sono allentate in favore di una maggior ricettività dell’emisfero destro, quello emozionale. Al contrario, durante il sonno sono coinvolte le onde THETA e in tale condizione non vi è alcuna rispondenza della persona alle suggestioni ipnotiche. 

In trance la mente cosciente dunque, che ha a che fare con i processi razionali, logici e decisionali rimane attiva sullo sfondo mentre la mente inconscia (o subconscio), che ha a che fare con l’intuizione e la creatività, si mette in “ascolto”. L’inconscio è più ricettivo ai suggerimenti per il cambiamento, soprattutto se la persona è in grado di lasciarsi andare e non oppone troppa resistenza. 

Il linguaggio usato per parlare alla mente inconscia è personalizzato, “cuscito addosso” al cliente, mai direttivo. Il lavoro avviene per obiettivi concordati col cliente, in base ai suoi bisogni e sono definiti in modo specifico, chiaro, non generici. Il dialogo con l’inconscio è possibile attraverso una combinazione di respirazione, rilassamento muscolare, visualizzazioni, uso strategico del tono e del ritmo della voce che deve essere lento e cadenzato. Uno degli strumenti più efficaci per dialogare con l’inconscio è la metafora; essa contiene le frasi ed i concetti che il paziente ha esplicitato durante la verbalizzazione (fase iniziale della seduta di tipo colloquiale) che solo l’inconscio, e non la parte razionale, può capire.

Contrariamente a quanto si pensa, nell’ipnosi non vi nulla di magico e misterioso. La trance è una esperienza che ogni persona fa quotidianamente anche più volte al giorno senza rendersene conto. Ad esempio la sperimentiamo appena prima di addormentarci la sera o al risveglio al mattino. Anche quando siamo completamente assorti nella lettura di un libro, nella visione di un film. Si tratta di fenomeni naturali che si collocano all’interno di una zona d’ombra in cui siamo assorti in uno stato di parziale coscienza; in parte presenti a noi stessi e consapevoli del contesto ed in parte altrove a seguire il flusso dei nostri pensieri e delle nostre percezioni sensoriali.

L’esperienza di trance può essere sollecitata autonomamente con tecniche di auto-ipnosi come la meditazione, lo yoga, il rilassamento progressivo, la mindfulness. Tuttavia la trance senza l’uso dell’ipnosi, ovvero tecniche specifiche, da sola non ha effetti terapeutici. La trance va in collocata all’interno di una relazione di fiducia tra cliente e psicoterapeuta. Milton Erickson, afferma che il cliente deve riuscire ad “abbandonare le proprie resistenze per collaborare alla terapia soltanto quando si sente riconosciuto nella sua identità e nelle sue necessità personali”. L’ipnosi ericksoniana è basata sulla non direttività, sul rispetto dei tempi e delle modalità del soggetto, il quale è parte attiva nell’elaborazione del materiale inconscio. In ipnosi, il lavoro terapeutico viene svolto essenzialmente dal cliente, che elabora i suoi significati personali, per mezzo delle induzioni e metafore offerte dal terapeuta quale un compagno di viaggio.

In questo stato, non è in alcun modo possibile indurre qualcuno a fare ciò che non desidera senza la sua volontà. E’ esclusa qualunque forma di manipolazione durante lo stato di trance ipnotica. La persona ipnotizzata non perdere il controllo di sé; seppur attutiti anche i rumori ambientali vengono percepiti. Non può neppure rimanere bloccata in uno stato di trance permanente; in caso di emergenza può interrompere la sessione. La maggior parte delle persone ricorda ciò che è successo durante la seduta. 

L’ipnosi ha una finalità positiva. E’ utile per apportare benessere, calma e profonda consapevolezza, permette di attivare risorse, rielaborare e sanare situazioni del passato, ristrutturare schemi mentali, cessare comportamenti dannosi ed inserire modalità più utili e sane. E’ indicata per l’ansia, per sostituire i pensieri negativi con un dialogo interno positivo, per i disturbi del sonno, i traumi e i dolori fisici. I campi di applicazione sono molteplici. 

Affinché il cambiamento desiderabile avvenga è necessaria la ripetizione e la pratica continua, ovvero un training. Tutte le persone sono ipotizzabili anche se per alcuni è necessario più tempo ed allenamento per raggiungere la stato di trance profonda necessario ad applicare le tecniche di ipnosi ed ottenere qualche cambiamento. Solo per una piccola parte di soggetti l’ipnoterapia non è indicata a causa di difese, resistenze, scetticismo o forte razionalità.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.