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IPNOSI: evidenze scientifiche

Si dice che l’ipnosi abbia la capacità di aprire la nostra mente e di farci accedere all’inconscio per poter utilizzare a nostro vantaggio tutto il suo potenziale. Per molti dietro all’ipnosi c’è qualcosa di magico e misterioso, una pratica che incute timore ed affascina allo stesso tempo. 

Molti medici neurologi si sono occupati di studiare il funzionamento del cervello sotto ipnosi per capire come agisce a livello neuro-anatomico. 

L’ipnosi funziona ed ha dei solidi fondamenti scientifici; in questo breve articolo vi spiegherò come sia a livello psicologico che a livello neurologico. 

Per studiare i fenomeni ipnotici è necessario prendere in considerazione due dimensioni implicate negli stati alterati di coscienza: mente e cervello. Non sono la stessa cosa. La mente è il “software”: ciò che crea e determina i nostri pensieri, le percezioni, le emozioni ed i comportamenti. A questo livello abbiamo processi di funzionamento conscio ed inconscio, processi immateriali e non precisamente identificabili in una specifica area del cervello. E’ l’ambito di interesse della psicologia. 

Il cervello è invece l’ "hardware" ovvero una rete di neuroni che elabora, trasmette e memorizza informazioni. Ha una sede identificabile e misurabile fisicamente attraverso degli strumenti. E’ l’ambito di interesse della neurologia. 

 

 

EVIDENZE IN AMBITO PSICOLOGICO:

L’ipnosi in psicologica è usata per promuovere il cambiamento agendo sulle convinzioni e “ricablare” il cervello. Gli studi dell’ipnosi in campo psicologico hanno portato ad identificare 3 evidenze:

 

  1. La mente influenza il corpo e le sue reazioni fisiologiche: l’ipnosi permette di gestire ansia, paura, depressione, superare traumi e alleviare il dolore fisico a tal punto che è molto usata come anestetico in chirurgia e odontoiatria. Facendo immaginare qualcosa di piacevole durante l’ipnosi è possibile riprodurre reazioni fisiche ed emotive gradevoli in risposta ad una specifica immagine mentale.
  2. La mente è duttile e può modificare pensieri, convinzioni limitanti, comportamenti disfunzionali e rielaborare accadimenti. La nostra mente cosciente è responsabile dei nostri pensieri durante la veglia. Filtra ed elabora tutte le informazioni sensoriali per dare un senso alla realtà in termini logici. Il linguaggio della nostra mente cosciente è quindi di tipo cognitivo, logico e razionale. Il nostro inconscio è invece un database di informazioni memorizzate su base emozionale. Accedendo all’inconscio attraverso l’ipnosi, la mente si rilassa in uno stato in cui la realtà viene percepita attraverso il linguaggio prevalentemente emozionale più che razionale. Con l'aiuto di varie tecniche di ipnosi, i filtri del pensiero cosciente vengono messi a tacere e questo aumenta la suggestionabilità ipnotica ovvero la capacità di guardare a situazioni ed eventi in modo alternativo e trovare soluzioni diverse rispetto a quando usiamo la sola logica del pensiero cosciente.
  3. L'immaginazione e la visualizzazione sono accentuate: lo stato ipnotico incoraggia la vivida immaginazione e le emozioni. Il potere trasformativo dell'ipnoterapia si verifica perché il nostro cervello non distingue tra qualcosa che immaginiamo da ciò che è reale.

 

EVIDENZE IN AMBITO MEDICO:

Grazie agli strumenti tecnologici del ventesimo secolo è stato possibile iniziare a studiare gli stati ipnotici mentre accadono per comprenderli. In primis è stato utilizzato l’enecefalogramma (EEG) per osservare come il cervello opera durante gli stati alterati di coscienza. E’ stato possibile osservare come si modificano le onde cerebrali durante la transizione dal normale stato di veglia, alla fase iniziale dell’induzione ipnotica, passando per lo stato ipnotico profondo, osservare le fluttuazioni che avvengono durante tutta la trance ed infine quella del “risveglio”. 

Ma è solo in tempi più recenti che i neuroscienziati si sono avvalsi di tecniche avanzate di imaging  come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per comprendere aspetti più sottili del funzionamento cerebrale in ipnosi e mappare le zone attive nell’encefalo.

EEG e fMRI hanno approfondito la nostra comprensione fisica dell’ipnosi portando a 3 evidenze in ambito medico:

 

  1. L'ipnosi produce onde theta. Il nostro cervello crea e usa l'elettricità per trasmettere informazioni. Questa attività elettrica può essere rilevata sotto forma di onde cerebrali. La frequenza, o ampiezza, delle onde cerebrali è direttamente correlata allo stato di coscienza. La mente cosciente durante la veglia utilizza principalmente onde cerebrali gamma e beta ad alta frequenza. Mentre le onde cerebrali delta, a frequenza più bassa, si verificano solo durante il sonno profondo. Lo stato ipnotico è correlato a frequenze alfa e theta di intensità media. Si è visto che lo stato ipnotico tende a spostare le onde cerebrali verso frequenze più basse come le onde theta. 
  2. L'ipnosi accende i centri di immaginazione e visualizzazione del cervello. La scienza ha scoperto utilizzando la tecnologia fMRI ed EEG che in ipnosi non solo si modifica l'attività elettrica cerebrale ma permette l’attivazione della corteccia cerebrale dell’emisfero destro considerato il centro della creatività e dell'immaginazione. Mentre ciò accade, l'attività elettrica nell'emisfero sinistro, il centro della logica e del ragionamento, si riduce seppur l'attività elettrica nel lobo frontale aumenta contribuendo a tenerci vigili.
  3. Il cervello diventa neuroplastico. Le tecniche utilizzate in ipnoterapia stimolano intenzionalmente le onde theta dall’effetto duraturo sul cervello. Quando impariamo a controllare le nostre onde cerebrali, esercitiamo il controllo sulla reazione del nostro cervello agli stimoli esterni. Con la partita le nostre risposte si rafforzano diventando stabili abitudini. Alla fine, il cervello inizia a funzionare in modo diverso. Le scansioni fMRI mostrano che le persone che praticano tecniche di ipnosi e meditazione creano nuovi circuiti neuronali. Quindi, il cervello può letteralmente riorganizzarsi e “ringiovanirsi” attraverso l’ipnoterapia. 

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.