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La crisi di mezza età

Tutti affrontano durante la vita dei periodi di transizione, dei cambiamenti e delle sfide particolari. Alcuni periodi di crisi sono dovuti ad eventi esterni, talvolta del tutto imprevedibili, altre crisi sono di tipo interiore ed hanno a che fare con le fasi della vita e il processo di maturazione personale e di invecchiamento.

Intono alla mezza età, ovvero trai i 40 ed i 50 anni, molte persone si rimettono in discussione e si pongono domande piuttosto profonde: 

 

  • “Chi sono?”;
  • “Sono felice?”;
  • “Qual è il senso della vita?”; 
  • “Quali sono le mie priorità?”; 
  • “Ho fatto le scelte giuste?”;
  • “Ho realizzato i miei obiettivi/potenzialità?”;
  • “E da oggi, quale direzione voglio dare alla mia vita?”.  

 

Domande che sono vissute con una sensazione di tumulto interiore e che nascono dalla consapevolezza di aver già vissuto una fetta importante della propria esistenza, quella in cui l’energia fisica e psichica è maggiore.

La crisi di mezza età emerge quando si accorge  della perdita della giovinezza e delle opportunità ad essa associate, coincide con il riconoscere d’essere mortali. Ci si rende conto che la partita della vita ha una durata, imprevedibile, e che è necessario giocarsi bene tutte le proprie carte al momento opportuno senza indugi.

Fino 30 anni di età le scelte che una persona fa con molta probabilità tengono conto dell’educazione ricevuta dai genitori, dell’ambiente in cui si è cresciuti, dai valori trasmessi dalla famiglia, dal gruppo di amici, dal partner e dalla routine quotidiana.

Attorno ai 40 anni ci si rende più conto di se stessi, delle proprie peculiarità e bisogni e si ha una minor inclinazione a compiacere gli altri. Questa è l’età in cui si è più inclini ad una rivoluzione interiore in cui si si domande se la vita che si sta conducendo è in linea con i propri interessi e valori.

Questa aumentata consapevolezza circa se stessi, unita all’indipendenza economica raggiunta, porta ad essere meno soggetti alle influenze esterne. E’ in questa tappa di vita che le persone si proiettano nel futuro per anticipare, a livello immaginativo, i decenni a venire. Ci si pongono domande in modo più intenso e profondo rispetto ad altri momenti; si tratta di domande sulla vita, sull’andamento della propria relazione affettiva o coniugale, sulla soddisfazione lavorativa, sugli affetti in generale. Oltre ai dubbi circa l’andamento della vita attuale una parte dell’energia psichica è rivolta anche al passato. Spesso il passato è guardato con rammarico per le decisioni prese, i compromessi accettati e tutte quelle scelte o rinunce fatte che hanno modellato la vita della persona per condurla all’attuale assetto. A volte si può provare un certo senso di angoscia sotto forma anche di depressione o ansia, un senso di confusione o disperazione nel sentire che buona parte della vita l’abbiamo fatta scivolare via in modo distratto. Per altri tutte queste domande possono giustificare decisioni, in alcuni casi anche troppo impulsive, e causare cambiamenti e  sconvolgimenti radicali. 

La crisi di mezza età in sostanza ha a che fare con una lotta interiore con se stessi.

Ciascuno è chiamato a rivedere il modo e la misura in cui si adatta ai desideri altri, ad ascoltare i priori bisogni e a definirsi attorno ad essi per vivere in modo più autentico. 

Alcuni possono trovarsi confusi e in conflitto tra i propri interessi e l’abitudine a sacrificarli per il bene altrui. Un conflitto tra l’immagine di sé che solitamente si “sceglie” di mostrare agli altri e ciò che si desidera voler fare realmente, tra il proprio bene e le aspettative o i giudizi degli altri.

La crisi di mezza età può essere un’occasione di crescita personale che richiede uno sforzo interiore affinché la persona diventi più equilibrata ed autentica o completa nel suo funzionamento della personalità. La crisi si può concludere con:

 

  • una accettazione attiva delle scelte fatte e della direzione attuale: la reazione è il rasserenarsi non operare alcun cambiamento;
  • un rifiuto passivo senza agire azione: la reazione possibile è la depressione o l’aggressività; 
  • Il cambiamento dello stile di vita: lavoro, relazione, abitudini; 

 

L’effetto della crisi porta ad essere più inclini a bilanciare i diversi aspetti della personalità per ottenere un sé più integrato: per esempio, le donne possono diventare più focalizzate su un obiettivo personale, lavorativo, sociale o comunque al di fuori della famiglia. Gli uomini possono essere più inclini a fare aggiustamenti nel loro approccio al lavoro, diventare meno competitivi e concentrarsi maggiormente sulle loro relazioni affettive. 

Le persone che scelgono di andare incontro a dei cambiamenti affrontano una lotta interiore, spesso inconscia, per promuovere le loro qualità meno sviluppate. 

Ci si può ritrovare attratti da persone già possiedono quelle caratteristiche, che sono capaci di stimolarle e farle emergere.

In definitiva, una crisi di mezza età riguarda la crescita personale e non è un torto che si fa alla famiglia attuale o a quella di origine. 

E’ una esperienza transitoria che lascia spiazzati, confusi ma che può essere una occasione di maturazione positiva della propria persona se accompagnata da un processo di riflessione consapevole, scelte di vita e cambiamenti ben ponderati. 

È più probabile che le persone sviluppino una maggiore consapevolezza di sé come risultato di tali domande sulla propria esistenza. 

Il risultato di questa crisi dovrebbe essere il raggiungimento di un maggior equilibrio tra bisogni personali e l’attenzione rivolta alle relazioni con le persone più significative della propria vita. 

Riconoscere lo scorrere del tempo può aiutare a diventare più grati di ciò che già si possiede e più consapevoli dell’importanza di perseguire gli obiettivi ancora non realizzati fondamentali per sentirsi bene con se stessi.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.