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Copione e destino

Il copione è un concetto teorico fondamentale in analisi transazionale; è un progetto di vita inconscio che ogni bambino elabora su di sé e sulla propria vita. Anche da adulti e lungo il corso della vita il copione viene mantenuto e perseguito portando alla messa in atto di comportamenti, credenze e modi di sentire che sono al di fuori della consapevolezza della persona. Si tratta di piano sviluppato in relazione all’influenza esercitata dai genitori, dalle figure significative, dal contesto sociale, culturale e religioso.

Iniziamo a scrivere la storia della nostra vita già dalla nascita, usando gli atteggiamenti non verbali dei familiari, gli aneddoti ed il nome che ci è stato assegnato. A 4 anni, abbiamo deciso le parti essenziali della trama ma solo a 7 anni il copione si completa di tutti i dettagli. Durante l'adolescenza viene poi affinato in base agli eventi che si susseguono. Il copione ha un "tornaconto", ciò significa che tutti i personaggi e le strategie comportamentali mirano a portare ad un esito finale prevedibile. E' scritto al futuro e suona un pò come: “Se... allora". 

Da adulti perciò quando siamo nel copione senza saperlo scegliamo dei comportamenti che ci facciano avvicinare al tornaconto.

Secondo Eric Berne ognuno decide in età precoce come organizzare la propria vita ed il proprio finale o destino. Scriviamo un copione in cui ognuno si assegna la parte principale ed Il testo si sviluppa man mano che si prendono decisioni, che si fanno delle esperienze che esercitano una forte pressione sulla nostra personalità. Esse influenzano in seguito le opinioni su noi stessi, sugli altri e sulla vita. Il copione è costruito tenendo conto del nostro ambiente e delle persone che ci circondano, in modo particolare lo scriviamo venendo influenzati dai messaggi, sia verbali sia non verbali, e dalle “carezze“*, dai divieti e dai permessi delle figure chiave. (*le carezze sono riconoscimenti ricevuti o negati).

Per rendere il concetto di copione di vita più comprensibile è utile ricorrere ad un esempio concreto.

Il primogenito di una famiglia composta da 4 figli e due genitori, molto impegnati al lavoro per fa quadrare il bilancio economico, può decidere che il suo ruolo in casa, per essere visto ed ottenere attenzioni, è quello di farsi responsabile e di non dare problemi. Decide di occuparsi degli altri fratelli a discapito di sé e di ciò che desidera. Il copione che questo figlio potrebbe elaborare, in risposta a questo scenario, è di essere un bravo ragazzo, studioso, tranquillo; inconsapevolmente decide di compiacere gli altri e farsi carico delle esigenze di tutti proprio come fanno i genitori nei confronti degli figli. Si comporta secondo quello che immagina ci si aspetti da lui e che gli procurerà l'amore ed un posto visibile in famiglia. Il suo copione potrebbe essere scritto con parole del tipo: “Mi impegnerò e farò contenti gli altri (genitori) così otterrò amore e riconoscimento“.

La visione del mondo che si forma in lui è di un luogo dove le persone lottano per gli altri e lavorano sodo per senso del dovere verso la famiglia. Ma potrebbe anche sviluppare scenari opposti e divenire un ribelle se il suo temperamento e la sua logica lo portassero a decidere di voler attirare l’attenzione su di sé in modi meno accettabili.

Le decisioni che questo figlio prende sono frutto dei messaggi familiari e culturali (es. sforzati, compiaci, non essere piccolo, non pensare a ciò che vuoi tu) che riceve ma allo stesso tempo del modo con cui interpreta la realtà che osserva con le sue capacità cognitive limitate di bambino. 

Tali decisioni infantili, al di fuori della consapevolezza, rappresentano delle strategie per dare senso al mondo e per far si che ogni bambino si protegga dal situazioni che ritiene ostili, pericolose per la sua sopravvivenza fisica o psicologica. Nell’esempio precedente occuparsi degli altri, essere disponibile e giudizioso rappresenta un modo per sentirsi parte integrante della famiglia, ottenere visibilità anziché sentisi messo all’angolo, trovare “carezze“ ed apprezzamenti positivi attraverso il suo ruolo di bambino adultizzato che si sostituisce ai genitori in loro assenza per occuparsi dei fratelli più piccoli. Attraverso i messaggi che interiorizza, “dacci dentro” e “compiaci”, intravede un modo per gestire l’angoscia del “non essere visto” a discapito del permesso ad essere bambino e di poter gioire della spensieratezza della sua giovane età.

Ogni copione può diventare auto-limitante nella vita adulta, ovvero può impedire alle persone di cogliere altre opportunità e modi di agire che non siano in linea con ciò che si è deciso di fare durante l’infanzia nelle relazioni con gli altri e a come trattiamo noi stessi.

Nell’esempio precedente, quel primogenito diventato grande funzionerà molto bene sul lavoro, farà carriera, imponendosi ritmi estenuanti, assumendosi anche responsabilità altrui a discapito della possibilità di concedersi spazi propri piacevoli, giocosi e nutrienti o di investire nelle relazioni affettive in modo rilassato. In linea con il tornaconto di copione potrebbe scegliere delle partner tali per cui confermare che le relazioni sono una perdita di tempo ed una minaccia per famiglia e carriera. Potrebbe non riuscire ad apprezzare il calore e la gentilezza a causa della sua tendenza al superlavoro. Sarebbe un ottimo candidato per la depressione poiché spenderebbe molta energia sul lavoro trascurando i suoi bisogni ed il suo benessere emotivo e psicologico.

Le decisioni che quel bambino ha preso "là-e-allora" rappresentano la modalità con cui lui e solo lui si è riuscito ad adattare all'ambiente tuttavia tali modalità operative trascinate fino all'età adulta e adottate in modo rigido possono rivelarsi disfunzionali, controproducenti e persino dolorosi nel "qui-e-ora".

Sapere che il mondo funziona in un certo modo ed applicare di conseguenza sempre gli stessi di schemi di copione può darci la sensazione che gli eventi ed i rapporti interpersonali siano prevedibili; questo ci fa sentire più al sicuro. Per semplificare i copioni o “script” possono essere suddivisi:

 

  • Il copione vincente è tipico delle persone che si pongono degli obiettivi e li realizzano in modo agevole. Escogitano alternative ed opzioni per riuscire nelle loro imprese anche di fronte agli ostacoli ma nonostante ciò non provano piacere poiché realizzati sotto spinta dei messaggi di copione (es. per dovere e non per desiderio). La parola chiave è “sempre“: mi trovo sempre a ...;
  • Il copione perdente è tipico delle persone che non realizzano i propri obiettivi, non esprimono i propri bisogni, si boicottano e reagiscono in modo depressivo. La parola chiave è “mai“: non riuscirò mai a...;
  • l copione banale è tipico di coloro che non corrono rischi ma vanno sul sicuro vivendo alla giornata perciò non fanno né grandi vincite né grandi perdite. La parola chiave è “quasi“: ce l'ho quasi fatta...

 

Il copione di vita ideale è quello libero o quello in cui la persona è in grado di usare consapevolmente i punti di forza del proprio copione. Per esempio quel bambino primogenito può lavorare duramente ed ottenere successo ma allo stesso tempo imparare a lasciarsi andare alle  relazioni affettive, ascoltarsi, divertirsi e limitare il suo darsi ad oltranza agli altri contenendo lo scopo recondito di ricerca dell’approvazione altrui. 

Uscire dal copione implica agire in modo autonomo e consapevole, ovvero pensare, sentire ed agire in relazione diretta alla realtà del qui ed ora piuttosto che come reazione predeterminata. L’autonomia dal copione di vita si manifesta attraverso il recupero di tre capacità: consapevolezza, spontaneità ed intimità.

 

  • Consapevolezza: la capacità di esser in contatto con il presente senza farsi condizionare dalle esperienze del passato;
  • Spontaneità: la capacità di fronteggiare le situazioni potendo scegliere liberamente tra tutte le sensazioni, i pensieri e i comportamenti senza costrizioni.
  • Intimità: la capacità di condividere liberamente le emozioni, i pensieri e i comportamenti con un’altra persona. E’ l’intimità che permette alle persone di creare legami dando e ricevendo affetto.

 

Da adulti è necessario rivalutare l’idea che ci si è costruiti circa se, gli altri ed il mondo ed in particolare le decisioni sul nostro ruolo nella vita. Dato che ogni individuo ha deciso da sé il proprio piano di vita, ha anche il potere di cambiarlo, in qualsiasi momento e tanto più quando si è fatto adulto. 

Tutto ciò che si è deciso su se stessi e sulla vita come bambini è stato fatto da una prospettiva molto limitata. Quella che sembrava una verità generale sulla vita allora potrebbe non essere più vera oggi da una prospettiva più maura e con una logica adulta.

Per ottenere questo cambiamento è necessaria la comprensione profonda dei messaggi e degli schemi appresi, coglierne l'utilità avuta per giungere alla decisione consapevole di sostituire il copione (ri-decisione) se non più funzionale. La Ri-decisione è un processo emotivo, cognitivo e comportamentale che porta l’adulto a riscrivere liberamente il proprio ruolo nel mondo e lo scopo nella propria esistenza. Solo facendolo in questo modo cosciente il cambiamento che ne deriva può essere reale e duraturo. 

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.