Quando all’interno di una relazione di coppia litighiamo possono essere utili alcune regole di comportamento che ci possono aiutare a farlo in modo più costruttivo e adulto. Eccole:
Mantenere il controllo: per quanto brutale sia la battaglia e per quanta ragione possiamo avere non bisogna mai
perdere il controllo. E' doveroso trattenerci dalla violenza fisica, dall’intimidazione o dalla coercizione oltre che ricordarci che anche le parole fanno male ed infliggono danni irreparabili.
Tutti hanno la capacità di esercitare su se stessi un certo autocontrollo, e possiamo scegliere di controllarci. “per quanto ci scappi, non la faremmo mai sul tappeto di casa…”.
Dobbiamo ricordare che i sentimenti negativi che proviamo durante un litigio spesso sono passeggeri e tendiamo ad enfatizzare solo gli aspetti negativi
dell’altro. Solo a posteriori riusciamo a valutare in modo lucido ed onesto la situazione e la persona nel suo insieme e a recuperare anche gli aspetti positivi.
Dobbiamo essere disposti ad accettare le nostre responsabilità, quando
ne abbiamo. Ammettere che ciò su cui stiamo litigando può essere in parte colpa nostra. E’ raro che nei litigi di coppia uno abbia torto marcio e l’altro tutte le ragioni.
Non giocare a psichiatria ovvero non scaricare sul partner un conflitto irrisolto con il padre o la madre o
elencare patologie etichettando l’altro come “pazzo”.
Saper sdrammatizzare, riderci su anche se il comportamento dell’altro è
grave ed irresponsabile dobbiamo riuscire a vedere anche il lato buffo della cosa.
Risolvere il conflitto in tempi brevi, evitando di aspettare troppo
prima di dire all’altro ciò che ci turba o infastidisce poiché col tempo rischieremmo di diventare tanto meschini e rancorosi quanto più le nostre recriminazioni rimangono inespresse e
taciute.
Avere chiaro ciò che vogliamo ottenere attraverso il litigio benché per questo ci voglia del tempo per capire cosa si voglia e quali aspettative sia abbiano sull’altro… “questo è il motivo per cui sono arrabbiato; questo è quello che mi aspetto e desidero
da te…”.
Evitare di rimproverare il coniuge con frasi del tipo: “se mi amassi
veramente allora…”. Si può amare veramente pur dimenticandosi date, regali, scadenze…
Restare in argomento e nel presente: se stiamo litigando perché ci siamo
sentiti criticati non dobbiamo contemporaneamente rinfacciare situazioni del passato a sostegno della istituzione attuale. Per quanto qualcosa provi perfettamente le nostre ragioni, non si
possono rivangare eventi che rimandano a più di sei mesi prima.
Evitare di attaccare i punti deboli della persona. Se il partner ci ha
confidato che nel passato è stato deriso o che ha delle insicurezze quando litighiamo non è lecito dare colpi bassi usando informazioni intime e personali sul piano psicologico per avere ragione
e vincere la guerra.
Non esagerare il male che l’altro ci fa per suscitare il suo senso di
colpa: ad esempio scoppiando a piangere in modo plateale, accusandolo di essere la causa di un malessere fisico (emicrania, attacco cardiaco).
Non minacciare di ricorre a comportamenti estremi: “se fai questo
allora…” come l’abbandono, il divorzio, il proprio suicidio o di ricorre a condotte autoadesive. Se non mettiamo poi in atto tali condotte, danneggiamo significativamente la nostra
credibilità.
Non citare le opinioni altrui (vere o presunte) per convincere il
partner che ha torto mentre noi ragione; es. “tutti dicono che sbagli ”. Ciò non solo non lo persuaderà a riconoscere di essere in errore ma lo indurrà ancor di più a fare opposizione a ciò che
gli chiediamo di dire o fare.
Dobbiamo ascoltare e non solo parlare. Possiamo non concordare con ciò
che l’altro ci sta dicendo ma dobbiamo lasciarglielo dire e tenere la bocca chiusa anche se abbiamo già compreso quello che ci sta dicendo dobbiamo lasciargliela esprimere e ascoltare fino alla
fine anche se l’informazione è ridondante.
Rispettare i sentimenti dell’altro. Se il partner si sente ignorato o soffocato non possiamo dire che non è vero
perché non possiamo sentire ciò che sente l’altro e negarlo a priori. Dobbiamo sempre prendere atto dei suoi sentimenti.
Riconoscere che abbiamo opinioni diverse: non è necessario andare d’accordo su tutto. Possiamo mantenere il nostro
punto di vista senza dover aggredire l’altro cercando di convincerlo che è quello giusto.
Quando il litigio è finito non dobbiamo recriminare
all'infinito.
Non cercate necessariamente un vincitore ed un vinto; possiamo scendere entrambi ad un compromesso; es. acconsentire ad impegnarci di più o ammettere che avevamo entrambi torto.
E’ possibile perdere senza considerarlo una sconfitta devastante mentre chi vince può farlo senza farla lunga e senza farne una vittoria epocale. Vincere
significa far ragionare il partner per vedere i nostri bisogni riconosciuti e rispettati, ottenere qualcosa o addirittura che l’altro adotti spontaneamente il nostro punto di vista. Perdere
significa che dobbiamo scusarci per poter smettere di fare la guerra e iniziare a far pace. Chi si scusa deve ammettere di aver fatto del male al partner poiché l’altro ha bisogno di sentirselo
dire.
Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.