· 

L'ABC dell'ansia

L’ansia è uno stato di agitazione fisiologica associato alla paura che tutti sperimentano in qualche momento della vita. Ci sentiamo ansiosi ogni volta che ci troviamo di fronte ad un pericolo che minaccia la nostra sopravvivenza. Chi soffre di disturbo d’ansia sperimenta questo stato di agitazione e terrore anche quando il pericolo è solo immaginario, non reale, ovvero il prodotto di fantasie e proiezioni al futuro. 

L’ansia ha una funzione davvero utile e si manifesta con le migliori intenzioni; dovremmo considerarla come un’alleata sempre pronta ad aiutarci a combattere tutte le situazioni che potrebbero danneggiarci.

Quando le nostre interpretazioni circa la pericolosità di un evento sono erronee o catastrofiche l’ansia si trasforma in una compagnia pesante, fastidiosa e limitante. L’ansia non ci “cade addosso” ma si manifesta ogni volta che interpretiamo in modo errato le situazioni nella nostra vita quotidiana. 

L’ansia ha una componente cognitiva o mentale, una emotiva ed infine una fisiologica e comportamentale; quest’ultima si riferisce ai comportamenti che adottiamo quando ci sentiamo in ansia. L’ansia tende ad essere associata a determinati contesti sulla base delle esperienze pregresse.

Albert Ellis, padre della terapia razionale del comportamento emotivo, ha elaborato un semplice modello  chiamato "Modello A-B-C" per spiegare le 3 principali componenti sottostanti al disturbo d’ansia. 

La A (affective) si riferisce alla componete emotiva o affettiva associata ad alcune situazioni che abbiamo vissuto, che conosciamo e consideriamo pericolose. 

La C (cognition) fa riferimento alla componente cognitiva, vale a dire ai pensieri negativi automatici e credenze irrazionali che attraversano la nostra mente quando ci troviamo in una data situazione e la interpretiamo o la valutiamo pericolosa per noi. Secondo la psicologia cognitiva, questi pensieri irrazionali e le convinzioni distorte sono un prodotto della formazione che abbiamo ricevuto durante l'infanzia, delle nostre prime esperienze di vita e dell’ambiente culturale in cui viviamo.

Infine, La B (behavior) è la componente comportamentale, la nostra risposta visibile alle emozioni che proviamo in seguito ad un certo di tipo di pensieri e valutazioni mentali. Vale a dire, in modo in cui reagiamo in una data situazione quando ci sentiamo impauriti e il corpo è in allarme. 

In italiano potremmo tradurre A in Emozione, C in Pensiero e B in Comportamento.

Con l'ansia, queste tre componenti tendono ad essere molto distinte e la terapia psicologica  consiste nell'analizzare quali situazioni ci causano ansia e quali sono quelle che dobbiamo affrontare. Da una parte, ci sono i pensieri associati a quelle specifiche situazioni e che dovremmo modificare e dall’altra ci sono reazioni e comportamenti abituali che debbono lasciate il posto ad modalità più sane di risposta all’ambiente.

L'A dell’ansia, ovvero le nostra emotività, potrebbe essere molto intensa nonostante la situazione che stiamo per affrontare, o stiamo affrontando, non sia oggettivamente pericolosa. Sebbene, la situazione non comporti alcun rischio, e la persona da un punto di vista razionale né è consapevole, è comunque vissuta come se lo fosse. Le situazioni che innescano la A, affettività, possono essere molteplici: andare in luoghi pubblici, guidare, attraversare un ponte, prendere l’aereo, andare al supermercato… questi contesti sono considerati disagevoli poiché in passato hanno causato uno stato di ansia.

La C dell’ansia rappresenta i pensieri o le cognizioni che creano uno stato emotivo di ansia. Come accade per l’emotività (A), anche la componente mentale C è del tutto soggettiva e personale. Non tutti gli individui hanno gli stessi pensieri nelle stesse situazioni, ma piuttosto, ogni persona interpreta a suo modo e proietta aspettative diverse in una data situazione.

All’origine dello stato d’ansia ci sono pensieri che tendono ad essere catastrofici, drammatici. Vengono creati i peggiori scenari possibili ed immaginabili. Alcuni esempi di pensieri ansiosi possono essere: cosa succede se vado…? Potrei stare male e fare brutta figura…

Nella maggior parte dei casi, questi pensieri sono esagerati e irrealistici e si basano sulla convinzione che accadrà qualcosa di brutto. Una strategia per combattere questi pensieri è distinguere tra possibilità e probabilità.

Solo perché qualcosa è possibile non significa che sia probabile. È vero che le tragedie si verificano, ma dovremmo essere preparati ad affrontare l'incertezza nella vita se non vogliamo portarci dietro l'ansia a tutti i costi tutto il tempo.

La B dell’ansia comprende due elementi: la reazione fisiologica e quella comportamentale, ovvero il modo in cui reagiamo in una determinata situazione. L'ansia si manifesta tangibilmente e visibilmente attraverso le palpitazioni cardiache, la visione offuscata, la sensazione di svenimento, i tremori, la sudorazione fredda e il senso di de-personalizzazione …

Questi sintomi fanno si chi soffre di disturbo d’ansia o di tacchi di pancia si spaventi di se, delle proprie reazioni ed aumenti ancor di più l’attenzione verso l’interno, vero i sintomi fisiologici creando il circolo vizioso del panico.

E’ necessario comprende che queste manifestazioni fisiologiche sono reazioni utili per sfuggire da situazioni pericolose e minacciose. Quindi, non dovremmo temerle, ma piuttosto considerarle utili, seppur in alcuni momenti fuori luogo. Oltre ai sintomi, la componente C include la risposta di attacco e fuga. Di fronte alla convinzione che dobbiamo fare qualcosa per sopravvivere abbiamo due opzioni tra cui scegliere: combattere o fuggire.

Questa risposta due strategie sono molto importanti di fronte ad un pericolo reale, ma sono causa di disordini psicologici quando non esiste alcun pericolo, ovvero quando il pericolo è il frutto dei nostri pensieri e convinzioni irrazionali.

Le risposte di attacco o fuga non ci permettono di imparare a tollerare l’emotività  attendendo che l'intensità dell’ansia naturalmente diminuisca sino a scomparire. Fuggire da una situazione non fa altro che erroneamente convincerci che il pericolo che pensavamo di incontrare è reale e questo ci porterà e reagire sempre allo stesso modo in situazioni simili. Quindi il circolo vizioso dell’ansia si consolida diventano un problema costante e permanente sino a che non decidiamo di affrontarlo con la consapevolezza circa i meccanismi sottostanti e adottando nuove strategie mentali e comportamentali.

 

Pagina Facebook - Canale Telegram


Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.