Fin dall'infanzia ci viene insegnato a rispettare gli altri. I nostri genitori con buona probabilità ci hanno insegnano a rispettare gli adulti e i bambini. Ci hanno educato sottolineando quanto le nostre parole o azioni possano ferire gli altri e ci hanno incoraggiato a scusarci in tutte quelle situazioni in cui non siamo stati rispettosi nei confronti di qualcuno.
E’ altrettanto probabile però che nessuno ci abbiamo palesemente educato ad amare noi stessi.
Nella maggior parte dei casi, questa costante proiezione verso l'esterno può averci farci dimenticare la persona più importante nella nostra vita: noi stessi. Veniamo educati a non disturbare gli altri ma poco ad esprimere e sostenere le nostre convinzioni, idee, sentimenti e bisogni. Implicitamente quindi crescendo ci possiamo formare l’idea che quel che ci riguarda non sia così importante.
Di conseguenza, succede che spesso finiamo col mancare di rispetto verso noi stessi in questa continua attenzione reverenziale verso i bisogni altrui.
Si parla spesso di autostima e si trascura invece un altro aspetto importante che è quello dell’amore verso se stessi. Entrambi i concetti sembrano molto simili, ma presentano alla base delle differenze fondamentali. Troppo spesso in questi anni si è parlato di autostima e si sono scritti migliaia di libri ed articoli di psicologia su questo tema non mettendo in rilievo invece un concetto ben più profondo che è quello dell’amore verso se stessi.
Prima di tutto, è necessario partire dal fatto che l'autostima deriva dal latino aestumare, che significa valutare, giudicare e apprezzare. L’autostima implica sempre una forma di giudizio; è una misura interiorizzata del valore che gli altri ci riconoscono.
Al contrario volersi bene significa accettare e rispettare se stessi senza giudizi di valore.
Certamente è importante avere anche una buona stima di sé ma dal momento che questa è legata al soddisfare le nostre ed altrui aspettative quando commettiamo un errore o falliamo potremmo smettere di piacerci e la nostra autostima potrebbe calare a picco.
L'amor proprio invece non dipende tanto da errori, dal successo o dal fallimento. L’amore verso di sé non è il risultato diretto di un confronto con gli altri o con l’immagine ideale di se; implica l'accettazione incondizionata al di la di limiti e meriti. Ha a che fare con l’essere in quanto tale e non col fare o soddisfare qualcuno o qualche criterio.
Anche le persone con una grande autostima sono intrappolate in un quadro di giudizio, mentre coloro che sviluppano l'amor proprio hanno meno probabilità di essere influenzati dalle opinioni degli altri, essere vittime di manipolazione e sentirsi in colpa.
Puoi fare un piccolo test per conoscere il tuo livello di autostima e amor proprio. Immagina per un momento che qualcuno si congratuli con te per i risultati ottenuti in un progetto. Qual è la tua prima reazione? A fronte di questa carezza psicologica ricevuta per una tua prestazione se ti senti euforico probabilmente significa che hai dei dubbi sulle tue capacità e che dipendi molto dal punto di vista degli altri.
Ovviamente, è normale che ci sentiamo lusingati e persino felici quando qualcuno si congratula con noi e riconosce il nostro lavoro, ma se vediamo che il nostro umore varia a seconda delle opinioni degli altri, abbiamo un serio problema di amor proprio.
L'amor proprio è la convinzione di avere gli stessi diritti fondamentali degli altri, significa riconoscere di essere degni di essere amati e presi in considerazione, di provare compassione per se stessi. Quando una persona non si rispetta abbastanza mostra i seguenti tratti:
- Utilizza verso se stessa etichette degradanti, si critica e svaluta quando commette un errore o non soddisfa le aspettative. Queste etichette si trasformano in convinzioni limitati che hanno un impatto doloroso sul piano emotivo.
- Si tratta con estrema rigidità, durezza, senza lasciare spazio alla leggerezza, alla libertà come si farebbe con un buon amico.
- Da continuamente priorità ai bisogni degli altri anziché ai propri partendo dalla convinzione di essere meno importante al punto da affaticarsi e dimenticarsi di se.
- Non rivendica i propri diritti;
- Resta in silenzio per paura di disturbare gli altri sopportando situazioni che gli provocano disagio e malessere.
Se ti vuoi bene davvero allora porti dentro di te 3 convinzioni:
- Che si hanno gli stessi diritti degli altri e quindi che ci si deve trattare con la stessa compassione, lo stesso affetto e rispetto che si hanno per gli altri essere umani;
- Che si ha un valore come persona al pari delle altre con cui si condivide la vita perciò si merita che le proprie esigenze vengano prese in considerazione;
- Che i propri punti deboli ed errori non devono influenzare la relazione che si ha con se stessi.
Un solido amor proprio sta alla base dell’assertività poiché induce le persone non solo a rispettasi e a rivendicare i propri diritti ma anche a farlo in modo non aggressivo, a fronte di incomprensioni e conflitti con gli altri, nel rispetto sia di se sia degli altri.
Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.