· 

La contro-dipendenza affettiva

Si trovano molti articoli in rete sui problemi di dipendenza affettiva e di co-dipendenza ma del tema opposto, ovvero delle contro-dipendenza, si trova scritto ancora molto poco. 

Innanzitutto occorre definire cosa si intende per persona co-dipendente: si tratta di un soggetto che mantiene un legame di dipendenza attiva verso qualcuno. Ciò significa che si fa condizionare dal comportamento del partner, di un famigliare, del figlio ma invece di subirlo cerca di controllarlo. La differenza tra dipendenza affettiva e co-dipendenza sta nel fatto che mentre nella prima si può scegliere di dipendere passivamente da qualcuno che non ha particolari problemi poiché si è in cerca di un punto di riferimento che funge da sostegno emotivo a fronte dell'idea di no essere capaci a star soli e a gestirsi , nella seconda si dipende da una persona che a sua volta una dipendenza patologica (gioco, alcol, sostanze stupefacenti, sesso promiscuo…) e che si cerca attivamente di aiutare con le proprie risorse e cure. Il co-dipendente non si lega ad una persona solida sulla quale poter contare ma verso un soggetto problematico e fragile con l’idea di doverlo “salvare”. A volte, il co-dipendente che è riuscito nell’intento di riabilitare il partner problematico cessa la relazione a “missione compiuta” per re-immettersi in un nuovo rapporto dove può giocare al “salvatore” in soccorso di un’altra persona problematica che ha bisogno d’aiuto.

Per contro-dipendenza invece si intende la paura dell’intimità. Coloro che soffrono di contro-dipendenza hanno il terrore di dipendere o di aver bisogno di qualcuno. Alla base di questa paura vi è l'incapacità di fidarsi. Il contro-dipendente parte dalla convinzione di non avere bisogno di nessuno. 

Le caratteristiche principali del contro-dipendente sono le seguenti:

 

  • Ha molti amici e relazioni ma che non sono profonde ne durevoli;
  • Instaura legami in cui non è autentico per l’incapacità a fidarsi e rivelarsi in modo completamente schietto e aperto;
  • Apparentemente è capace di creare relazioni ma poi mette un “muro”;
  • Si sente in “trappola” o “soffocare” nelle relazioni troppo intime;
  • Senza preavviso allontana le persone o diviene freddo e distaccato;
  • Teme abbandono e rifiuto perciò, come meccanismo di difesa, tende a chiudere per primo i rapporti;
  • Passa da una relazione breve all’altra prima che si facciano serie ed emotivamente impegnative;
  • Evita di raccontarsi e dare dettagli troppo intimi di se e del suo passato;
  • E’ sempre indaffarato (lavora troppo e coltiva molti hobby) per evitare l’intimità;
  • Si sente ansioso e si spaventa quando percepisce che una relazione si è fatta troppo profonda;
  • Punta a relazioni di natura erotico-sessuale per evitare tenerezze e coinvolgimento emotivo;
  • Evita di chiedere aiuto e supporto agli altri per il timore di dipendere;

 

L’evitamento dell’intimità avviene anche a livello di comunicazione e si manifesta con l’allontanarsi per evitare conflitti e con la rigida affermazione di avere sempre ragione; in tal modo non c’è margine per il confronto ed il sentirsi minacciato da idee e punti di vista diversi che metterebbero in crisi il suo sistema di convinzioni. Non si fida degli altri, cerca elementi che confermino le sue negative sensazioni circa le buona intenzioni altrui. Difficilmente chiede aiuto o si mostra in difficoltà. 

 

Cosa ha induce una persona ad essere riluttante rispetto alle relazioni intime?

Il motivo della chiusura relazionale del contro-dipendente è legato alle esperienze infantili che lo hanno indotto a credere che fidarsi o avere bisogno degli altri è pericoloso; ad esempio è stato lasciato dai genitori in balia di se stesso, si è sentito abbandonato da un familiare deceduto, ha subito un abuso o è stato vittima di qualche evento traumatico. 

L’attaccamento sviluppato da bambino alla sua figura di riferimento non è stato sano ne sicuro. Durante i primi mesi di vita non ha avuto genitori sensibili ai suoi bisogni, non si è sentito sufficientemente rassicurato di fronte alle sue emozioni di paura. Ha avuto genitori non emotivamente disponibili, inaffidabili o incapaci di rispondere alle sue esigenze. E’ stato spinto verso l’indipendenza in modo prematuro rispetto ai suoi tempi. Può avere vissuto un’esperienza di abuso emotivo o fisico che lo ha portato a sviluppare uno stile di "attaccamento evitante" o uno stile "attaccamento ansioso”. Ha quindi imparato a non contare e non fidarsi del genitore quando era turbato, sofferente o aveva bisognoso di conforto. 

Queste esperienze lo hanno portato a diventare un adulto incapace di fidarsi degli altri, che si prende cura di se stesso senza l’aiuto altrui ma anche che si sente segretamente molto solo.

E’ diventato quindi ipersensibile alle critiche, esigente con se per ciò non ammette la possibilità di fare errori, fatica a rilassarsi e prova vergogna quando sente di avere bisogno di aiuto poiché guarda alla vulnerabilità personale come ad una caratteristica negativa. Soffre di solitudine e si stente vuoto ma cela questi sentimenti. Questo stato emotivo mascherato può a volte virare verso la depressione e l’ansia. 

L’autostima del contro-dipendente in genere è bassa tuttavia ci sono casi per cui può sviluppare un sé grandioso o persino disturbi narcisistici di personalità. Se da un lato ha un profondo desiderio di essere finalmente in grado di abbassare la guardia, fidarsi ed amare dall’altra sta con la sua rigida convinzione di non ha bisogno degli altri o che gli altri non siano “abbastanza” per lui così in tal modo si difende da ulteriori ferite emotive.

 

Che fare? 

E’ importante per queste persone lavorare nella direzione dell’interdipendenza.

L'interdipendenza è la capacità di potersi prendere cura di se stessi, di essere responsabili della propria vita e al tempo stesso di rimanere interconnessi con gli altri e di affidarsi a loro per alcune necessità. 

Quindi non si tratta di dipendere dal bisogno degli altri o non dipendere dagli altri a causa della paura ma di imparare a condividere la vita e i propri interessi tramite la relazione con le persone.

 

Pagina Facebook - Canale Telegram


Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.