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Solitudine: desiderio e paura degli altri

Dr. Sgambati Psicologo Pordenone
Dr. Sgambati Psicologo Pordenone

Ci sono persone che pur desiderando la vicinanza di qualcuno, sia che si tratti di amicizia che di amore, risultano respingenti. Si tratta di persone che allontanano gli altri pur avendo il desiderio di sentisi amati e cercati. Gli essere umani sono per natura sociali ed è attraverso le relazioni,  soprattutto intime, che si nutrono emotivamente e psicologicamente. 

La ricerca di amicizie strette e di relazioni sentimentali è sana mentre il tenere lontano le persone da se stessi o addirittura l’assenza di contatto umano non lo è.

Coloro che sono stati feriti, delusi o abbandonati possono sentire il bisogno di relazionarsi ma allontanare le persone come difesa per evitare altro dolore e “scegliere” di sentirsi ancor più soli. 

Potrebbero anche incolpare gli altri della loro solitudine invece di assumersi responsabilità del proprio isolamento sociale o all’opposto pensare di essere persone non desiderabili e per questo farsi il vuoto attorno.  

Ci sono diversi morivi per i quali alcuni scelgono di respingere le persone ed isolarsi. 

Il primo è la paura di essere feriti, rifiutati o di affrontare situazioni nuove per le quali si ritengono incapaci a gestirle. Essere vicino a qualcuno, sia come amici o come partner, significa investire energie, emozioni e tempo verso qualcun’ altro. Potrebbe essere doloroso rimanere delusi, feriti, lasciati o ingannati. Ecco dunque che per alcuni è più facile scegliere di evitare il dolore piuttosto che vivere la gioia e la crescita che la relazione potrebbe offrire loro. 

Rifuggire dai rapporti interpersonali non è piacevole ma è meno doloroso rispetto al sentirsi rifiutati o traditi nuovamente. Questo vale soprattutto per quelle persone che sono state respinte così tante volte da aver sofferto molto. A volte è cosi forte il desiderio di avere qualcuno accanto con cui condividere la quotidianità che alcuni iper-investono nelle relazioni, si aggrappano a coloro che si mostrano disponibili, ed è questo che induce gli altri ad allontanarsi. Tanto più è la paura di rimanere soli tanto più si diviene insistenti ed incalzanti nei rapporti interpersonali. 

Un secondo fattore che induce a rifuggire le relazioni è il timore dell’ignoto. Incontrare nuove persone può essere fonte di ansia e paura. Ci sono persone che temono di non saper affrontare ciò che non conoscono e le situazioni che per le quali non sanno cosa possa loro accadere. 

Un terzo motivo per allontanare gli altri è la convinzione di non meritarlo. Si tratta spesso di persone che durante l’infanzia hanno sperimentato solitudine, trascuratezza, bullismo o qualche altro trauma per il quale sono giunti a pensare di non essere degni d’amore. Convinti di non meritare amicizie ed amore pur sentendone fortemente la necessità. Quando provano ad avvicinarsi agli altri sono cosi impauriti e goffi che risultano “strani” e quindi poco attraenti agli occhi di chi li osserva. E’ la paura di non essere abbastanza bravi e l’insicurezza a non renderli efficaci nell’approcciarsi alle relazioni e non il fatto che non siano meritevoli di calore umano. 

I problemi emotivi come la depressione sono un'altra ragione per cui le persone mantengono le distanze o respingono gli altri. La depressione si caratterizza per la sensazione di inutilità, il desiderio di isolamento ed i pensieri intrusivi negativi che portano a stare soli con se stessi. I depressi trascurano le relazioni e si isolano. 

Un altro motivo, o scusa, è pensare che non sia il momento giusto per aprisi a qualcuno se non dopo aver risolto qualche questione psicologica rimasta in sospeso. In realtà è sempre il momento buono per incontrare nuove persone ed arricchirsi attraverso lo scambio.

Come superare la resistenza alle relazioni e permettere agli altri di farsi più vicini? Questo è possibile principalmente lavorando sulla fiducia in se stessi e sulla propria autostima. Molta gente  tiene le distanze, respinge le persone e si isola per il timore del giudizio altrui. Per la mancanza di fiducia in se. Sono in realtà le persone schive ad avere un pessimo giudizio nei propri confronti e non tanto le persone che potrebbero incontrare se si aprissero. Un altro modo per superare il problema della repulsione è scendere a patti con i traumi e le paure del passato che causano il comportamento asociale attuale. Quando si è vissuta un’esperienza traumatica di rifiuto costante la mente è portata a pensare che gli altri abbiano intenzioni malevole. Tuttavia, questo è semplicemente ciò che la mente di queste persone vuole far loro credere in base alle esperienze passate. Il passato può definire e limitare una persona solo con il suo consenso. Affrontando il problema all'origine, si può recuperare la capacità di pensare in modo razionale e lucido rispetto alle relazioni attuali e future. A volte è necessario rielaborare e comprendere le esperienze di relazione del passato per imparare a stabilirne di migliori in futuro. Infine è utile imparare dai propri errori nel approccio alle persone e a non confondere il rifiuto con il fallimento. Essere rifiutati non significa essere un fallimento. Bisogna tenere conto che quando si ha “fame di relazioni si tende ad essere troppo bisognosi, impazienti ed esigenti. Si tende a volere tutto e subito e a vivere ogni rifiuto come un nuovo abbandono perciò è necessario imparare a modulare il proprio approccio e tollerare la frustrazione del tempo che ci vuole per creare un nuovo legame affettivo. 

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.