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Quello che fa appassire l'amore

Dr. Sgambati Psicologo Psicoterapeuta Ipnosi Pordenone
Dr. Sgambati Psicologo Psicoterapeuta Ipnosi Pordenone

Ho dedicato molti dei miei articoli alle relazioni disfunzionali o tossiche ed agli atteggiamenti manipolativi. Le relazioni sono complesse e c’è molto da dire su questo tema. In questo articolo mi voglio soffermare sui due specifici modelli di comportamento distruttivo che si manifestano in molte relazioni di coppia. 

Si tratta di schemi di comportamento che, quando usati ripetutamente e frequentemente, possono compromettere il benessere e la salute mentale, emotiva e fisica di ambedue i partner. Il rischio è che la relazione d'amore soffochi sotto il peso delle aspettative nei confronti del partner o nel tentativo di sanare passate esperienze traumatiche rimaste in sospeso nel ambiente familiare di origine. Vediamo questi due pattern di comportamento per imparare a coglierli e modificarli prima che si ritorcano contro chi li attua:

 

Richiesta di Cambiamento/Ritiro: il primo comportamento manipolativo o tossico riguarda la richiesta che un partner fa all’altro di cambiare. Da una parte un coniuge spinge l’altro a modificare il suo modo in cui sta in relazione, il suo modo di esprimersi verbalmente, affettivamente, di partecipare alla vita di coppia. Alla richiesta di modificare qualche aspetto di se, non percepito come problematico, segue il desiderio da parte del ricevente la richiesta di mantenere esattamente lo status delle cose. Spesso la frase è "se mi ami allora fai questo per me ... o cambia questo di te". I sentimenti che si provano non hanno nulla a che fare con gli atteggiamenti manifestati; non sussiste una diretta relazione tra cambiamento e quantità di amore verso il partner. Ad ogni modo, il partner che ha fatto la richiesta, di fronte al diniego, si ritira in se stesso. Più frequentemente è la donna a fare richieste di cambiamento all’uomo e a disinvestire dalla relazione quando non sente che le proprie richieste vengono assecondate. Smette di amare se non vede ricambiato il suo amore con equivalenti e concreti gesti.

Ciò accade poiché probabilmente sussiste un diverso modo con cui uomo e donna concepiscono la relazione e il loro ruolo all’interno di essa. La donna sembra cercare l’affiliazione perché ha più paura dell’abbandono e possiede una migliore capacità di introspezione ed espressione delle emozioni. Mentre l’uomo comunemente è più autonomo (sia dal punto di vista pratico sia economico) e teme di essere fagocitato dalla partner.

Anche la diversa struttura di personalità incide su questo schema di comportamento; le persone sicure e fiduciose non hanno bisogno di richiede al partner di cambiare e non si ritirano dal rapporto se non avviene un cambiamento. Al contrario, chi ha uno stile di attaccamento insicuro/ansioso fa più richieste al partner per ottenere rassicurazioni. Questa modalità si riscontra anche in quelle coppie in cui uno dei due coniugi soffre di depressione.

Gli argomenti che di norma innescano il ciclo richiesta/ritiro sono l’intimità, la qualità della comunicazione, il maggior impegno in coppia, le abitudini personali, il carattere, l’educazione dei figli. Si tratta di temi che portano ad una  discussione a cui fa seguito il comportamento di richiesta ed infine alla reazione di ritiro. Più sono le richieste che rimangono insoddisfatte e maggiore sarà l’atteggiamento di chiusura e di ritiro affettivo. Quando questo modello di comportamento tossico si consolida tra due partner si può facilmente predire che la relazione evolverà verso la separazione o il divorzio.

 

Coazione a ripetere: è un altro modello di comportamento insidioso che porta alla rottura della coppia. Si tratta di un meccanismo di difesa usato da un adulto nel tentativo di riscrivere una esperienza traumatica sperimentata durante l’infanzia. Attraverso la relazione attuale la persona cerca di sanare il rapporto conflittuale avuto con il genitore di sesso opposto (leggi la sindrome della relazione ripetuta). Le esperienze infantili che quella persona desidera risolvere in età adulta sono l’abbandono, la trascuratezza, il rifiuto, la delusione, l’abuso.

Per sopravvivere al trauma psicologico infantile quel bambino ha dovuto negare la realtà dolorosa ed i sentimenti (rabbia, disperazione, angoscia, paura) sperimentati a quel tempo. Oltre alla negazione quel bambino si sarà convinto di poter guadagnarsi l’amore e le attenzioni del genitore comportandosi bene, facendo il bravo, studiando e portando a casa voti alti, diventando perfetto… Si convince erroneamente di essere causa della situazione e di dover far qualcosa per essere più amabile agli occhi del genitore trascurante.

Quel bambino immaginerà di avere il potere di conquistare l’amore e l’approvazione genitoriale rendendosi maggiormente accettabile o compiacendolo. Nonostante ciò non coglie che quella relazione non è sanabile non a causa del suo comportamento ma perché ha un genitore problematico.

Una volta adulto verrà inconsapevolmente attratto da un partner di sesso opposto che assomiglia (psicologicamente o fisicamente) al genitore con cui ha avuto una relazione difficile. Da adulto ricrea le dinamiche di quella vecchia relazione col genitore ma nel rapporto di coppia. Il tentativo è soddisfare quei bisogni infantili di amore ed accettazione, rimasti disattesi ma ancora presenti a livello intra-psichico. Cerca inconsapevolmente di scrivere un esito diverso e conquistare, per mezzo del partner, l'amore della madre o del padre. Il bambino interiore continua a sperare di riabilitare quella figura genitoriale che è stata fonte di tanto dolore. Si tratta di una ricerca disperata del bambino ferito, che si percepisce onnipotente, di correggere l’esperienza frustrante e dolorosa del passato. Il continuo tentativo ripetuto di ottenere amore ed accettazione oggi dal partner per compensare mancanze e traumi di una relazione passata in realtà risulta fallimentare. Quel adulto finisce per rafforzare il suo sentimento di inadeguatezza, inferiorità e l’idea di non essere meritevole d’amore incondizionato. Tenta di rivivere in modo compulsivo sempre la medesima esperienza con diversi partner e di vedere fallire anche le odierne relazione affettive. Solo riconoscendo lo scopo nascosto dietro al suo stile relazionale, accettando l’esperienza traumatica dell'infanzia e perdonando il genitore per le sue gravi incapacità nell'assolvere il suo ruolo potrà accantonare il meccanismo della coazione a ripetere.

 

Il primo passo per uscire da questi meccanismi tossici è la consapevolezza di sé e del proprio copione di vita; ciò permetterà di andare nella direzione della guarigione per vivere relazioni sane. 

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.