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Il Disturbo Auto-Frustrante di Personalità

Il disturbo auto-frustrante di personalità è detto anche disturbo masochistico o autolesionista di personalità. Si riferisce ad un modello pervasivo di comportamento che impedisce alla persona di sperimentare rapporti e situazioni appaganti e nutrienti. 

Una persona autolesionista mette in atto comportamenti lesivi nei confronti di se stessa come il coinvolgersi in relazioni dannose o situazioni problematiche impedendosi cosi di raggiungere importanti obiettivi di vita (stabilità lavorativa, economica affettiva…). E’ una persona che, preferendo situazioni complesse e dolorose a quelle più sane disponibili, sperimenta costantemente delusione, frustrazione e fallimento. Le situazioni e le relazioni che sceglie la portano a provare rabbia, senso di colpa, paura. I sentimenti negativi sono familiari e rappresentano una costante per una persona con questo stile di personalità.

Una persona con questo disturbo è votata al sacrificio per tanto tende a diffidare e rifiutare le relazioni appaganti con persone positive e supportive.

E’ incapace di portare a termine compiti e progetti che potrebbero farla sentire realizzata e felice, rifiuta opportunità piacevoli, è incline a suscitare il rifiuto da parte degli altri, di fare scelte buone. La posizione di vita che sperimenta è quella di vittima.

 

Una persona con comportamento autodistruttivo in realtà è alla ricerca di risultati positivi attraverso le proprie azioni. Tuttavia, l'obiettivo viene perseguito in modo tale che non genera l'esito positivo desiderato. Il risultato negativo è il prodotto di una incapacità da parte della persona di regolare i propri comportamenti e, in particolare, nel distinguere quelli efficaci da quelli controproducenti. L’obiettivo è adeguato ma non la capacità di cogliere con quale atteggiamento e strategie raggiungerlo. Questo fenomeno è detto disregolazione: è l’incapacità a scegliere le strategie più adeguate per prediligere quelle dannose. Questa disregolazione fa si che la persona scelga obiettivi a breve termine che hanno costi elevati a lungo termine. Ad esempio, scegliere di fumare o bere alcolici a causa degli effetti piacevoli che queste sostanze danno a breve termine senza però valutare le conseguenze per la salute a lungo termine.

Questo disturbo, presente nel DSM-III sino al 1987 (manuale diagnostico dei disturbi mentali) attualmente è stato classificato come un disturbo più generico e a parte rispetto ai disturbi più noti . E’ stato ovvero è inglobato tra i ’disturbi di personalità non altrimenti specificati’. Anche se la personalità autolesionista non ha un posto ufficiale nel DSM-V ci sono ancora i criteri diagnostici validi per identificalo.

Una diagnosi di disturbo di personalità autodistruttiva si basa sulla presenza di almeno cinque dei seguenti criteri:

 

  • Sceglie persone e situazioni che portano alla delusione, al fallimento o al maltrattamento anche quando sono chiaramente disponibili opzioni migliori;
  • Respinge l’aiuto o rende inefficace il tentativo di sostegno da parte degli altri nei suoi confronti;
  • Risponde con depressione, senso di colpa, dolore o con comportamenti auto-lesivi agli eventi personali positivi;
  • Suscita rabbia o rifiuto da parte degli altri e poi si sente male, sconfitto ed umiliato;
  • Respinge le opportunità piacevoli o è riluttante a riconoscere la possibilità di godere di se stesso;
  • Non riesce a svolgere compiti fondamentali per raggiungere i propri obiettivi personali nonostante dimostri di possedere le capacità per farlo;
  • E’ disinteressato o respinge le persone che lo trattano bene;
  • Si impegna e si sacrifica per gli altri anche quando ciò non è richiesto.

 

La diagnosi di disturbo di personalità auto-frustrate può essere formulata solo se la persona mostra di avere le caratteristiche sopraccitate costantemente e per lungo tempo e non come risposta ad un evento circoscritto (reazione ad un abuso fisico, sessuale o emotivo); in tal caso non si tratta di una caratteristica di personalità ma di un relazione ad una situazione. 

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.